Il ruolo del mister per i giovani calciatori. Mariani: “Strutture e scuole, non solo tattica!”
SALERNO. Nell’ambito dell’iniziativa “I pomeriggi di Mai Sola” ideata dal presidente del club Antonio Carmando, dal responsabile alle attività sociali Gianluca Francese e da tutti i membri del consiglio direttivo, si è parlato quest’oggi del ruolo dell’allenatore nei settori giovanili. Presente per la Salernitana il tecnico Alberto Mariani che, ripercorrendo la sua carriera, ha svelato anche qualche trucco del mestiere: “Sono molto contento di essere qui, al di là dell’amicizia che mi lega ad Antonio. Respirare granata è veramente emozionante ed ho accettato quest’invito molto volentieri. Quando c’è confronto c’è crescita e anche parlare con la gente ci aiuta a migliorare il settore giovanile. Sono un romantico del calcio e, nell’epoca dei social, è diventato uno sport meno pulito: il nostro primo compito è quello di inculcare ai ragazzi valori come senso di appartenenza e spirito di sacrificio. Ogni giovane deve capire quanti sacrifici facciano i presidenti e quanto i tifosi tengano alla maglia. Noi allenatori non dobbiamo soltanto pensare alla tattica, allo schema, ai numeri. Una guida tecnica deve avere mille chiavi di lettura delle varie situazioni sapendo che nello spogliatoi ci sono teste e psicologie diverse. Bisognerebbe conoscere lo storico di ciascun tesserato per poter contribuire alla sua crescita nel quotidiano. Gestire una stagione in cui si vince è relativamente semplice, tirar fuori il massimo da un atleta se si perde è più complicato. La stima reciproca è fondamentale”.
Mariani prosegue: “Ogni calciatore deve essere isolato dalle interferenze: dal procuratore alla scuola passando per i genitori e per tutte quelle distrazioni che comportano distrazioni. Il primo giorno di lavoro mi sono recato presso gli istituti frequentati dai nostri ragazzi affinché potesse nascere una collaborazione con le famiglie e con i professori per semplificare il percorso di ciascuno a prescindere dalle potenzialità tecniche e dalle possibilità di arrivare tra i professionisti. I confronti con i presidi sono importanti. Se un ragazzo ha un’interrogazione importantissima il lunedì è chiaro che la domenica prima ci pensa e quindi dobbiamo trovare un punto di incontro. C’è grande attenzione al loro rendimento scolastico, ma soprattutto alla condotta: qualcuno mi sta facendo arrabbiare più del dovuto e qualche decisione, a malincuore, è stata presa. Capiranno un giorno che è per il loro bene: la scuola è fondamentale, la cultura personale deve essere alla base della vita di ognuno di noi. Scherzando dico a tutti che fare interviste parlando un cattivo italiano non è bello“. Mariani risponde alle domande dei tifosi che chiedono quanto sia importante abbinare la crescita singola ai risultati di squadra anche tra i giovani: “Non è semplice organizzare un settore giovanile di livello, noi ce la mettiamo tutta perchè vogliamo arrivare in alto anche sotto questo aspetto. Le strutture ricoprono un ruolo fondamentale: quest’anno il Mary Rosy ha dato tanto, l’anno prossimo raduneremo tutti presso il campo Volpe. Ognuno di noi ha voglia di dare grosse opportunità a questi ragazzi che verranno a vestire questa maglia. I risultati sono importanti, ma non sono tutto. In B hanno esordito due ragazzi giovanissimi, purtroppo Novella si è fatto male e proprio ieri mi ha inviato un sms in cui mi chiedeva se credessi ancora in lui. Quando ci sono questi piccoli gesti spontanei significa che si è instaurato un rapporto splendido tra gruppo e staff, anche questo aiuta nella crescita. Il senso di appartenenza è fondamentale, ai nostri giovani parlo di salernitanità”.
Sul rapporto con i genitori: “L’alchimia tra tutte le componenti aiuta a crescere. Ricordo l’anno in cui sono finito terzo con la Lazio, quando giocammo le finali ad Agropoli pranzavamo insieme e alloggiarono negli alberghi pur di restarci vicino. Loro devono capire che un allenatore deve inserire gradualmente un atleta valutando il lavoro della settimana, l’atteggiamento e il comportamento. Nessun allenatore vuole danneggiare il calciatore, una madre e un padre devono capire che le interferenze non aiutano. Oggi mi hanno contattato alcuni dirigenti della Salernitana dicendomi che diversi genitori vogliono incontrarmi per parlare presumibilmente dello scarso minutaggio dei figli. Io quando scelgo devo essere credibile, Verso chi resta fuori e chi gioca. Le riunioni con le famiglie per me sono fondamentali, i concetti romantici di cui vi parlavo sopra devono essere alla base. A Coverciano ci insegnano che uno su 20000 arriva tra i professionisti, proprio per questo è necessario vivere il settore giovanile come esperienza formativa dando spazio al bambino che è in ognuno di noi. A partire dai mister”
Mariani conclude: “Un settore giovanile, per essere credibile, deve far passare un messaggio all’esterno: chi viene qui impara. Un mister deve lavorare a 360°, ognuno ha un suo modo di agire. Personalmente non preparo un discorso prima di una partita, nello spogliatoio ti seguono di più se sei spontaneo e riesci a trasmettere adrenalina per trasformare gli allenamenti settimanali nella buona performance della domenica. Da giocatore ho fatto tutti gli errori possibili per non fare carriera, questo mi aiuta in veste di allenatore perchè dico ai miei di fare il contrario di quello che ho combinato io. Da ragazzino scappai dal ritiro in quel di Pistoia, questo ha segnato tutto il mio percorso perchè altre società importanti non mi hanno preso temendo potessi rifare quel gesto. Ci sono etichette che ti segnano ed anche questo aspetto cerchiamo di inculcare nella mentalità di un ragazzo che si affaccia al settore giovanile sognando il professionismo”.