LA RIFORMA DEL CAMPIONATO PRIMAVERA NON PIACE. ECCO LE PERPLESSITA’ DI VITO LAUDANI GALVAGNO
“Sulle novità del campionato Primavera, che non sono novità, ma delle conferme, di quello che da anni sostengo, vale a dire che chi comanda il calcio italiano, tutto vuole fare tranne che progredire e far migliorare, in special modo, il calcio giovanile”.
Parole pesanti di mister Vito Laudani Galvagno esperto di calcio giovanile e da oltre trent’anni in cerca della verità assoluta su come potrebbe essere gestito il calcio giovanile in generale. (leggi per approfondimento: https://www.ilbellodellosport.it/vito-laudani-galvagno-nella-mia-metodologia-sempre-dato-priorita-alleducazione-alla-liberta-dei-bambini/).
Riprende “E’ vero che si è introdotto un piccolo criterio di valutazione meritocratico, cioè ci saranno retorcessioni e promozioni, ma sempre limitato a squadre di serie A e serie B. E’ stato suddiviso, in Primavera serie A diciamo così, e serie B, nella A sarà giorne unico di 16 squadre, nel B saranno 2 gironi di 13 squadre, ma sempre riservato a squadre di serie A e serie B”.
La sua perplessità: “Mi domando, se la squadra dei gironi B vincesse il campionato e la prima squadra dovesse retrocedere che fine farà? Andrà a giocare il Torneo Berretti, Ecco, questa è una delle cose che non ritengo opportune”.
Per assurdo, continua mister Laudani: Se una squadra di B giocasse nella Primavera A e diventasse campione d’Italia ma, malauguratamente, la sua prima squadra dovesse retrocedere in Lega Pro, cosa succede? Parteciperà alla Youth League, oppure no? Sono domande lecite che però alle quali ora non saprei dare risposta”.
La sua proposta: ” Io, invece, farei come in Spagna, si arriva a giocarsi il Campionato Primavera A solo per meriti acquisiti sul campo, e non divini. Costituire un campionato Primavera da dividere in: Primavera A, Primavera Nazionale, Primavera Regionale, Primavera Provinciale, ad esempio. Ma a questo punto chi investe nei giovani può ambire ad una scalata ed arrivare in Primavera A (che può essere formato da più gironi). Nella serie A ci si arriverà per meriti e potrebbe essere un modo per far crescere tutto il movimento calcistico giovanile, perché anche le società dilettanti, se sognano di arrivare in cima, devono professionalizzarsi nel vero senso della parola, perché avrebbero un grande obiettivo da raggiungere”.
Per lui “è uno dei modi per far crescere e dare un senso compiuto, a tutti, perchè questi campionati regionali fanno semplicemente ridere, vincono sempre le stesse squadre, sia in Lombardia che nel Lazio questo perchè le altre non solo hanno poco spazio ma anche perché si chiedono a cosa serve vincere il Campionato Regionale se poi l’anno dopo torno a fare sempre la stessa cosa?”
Questo potrebbe aiutare anche, secondo Laudani: “A dare visibilità a ragazzi che meriterebbero di più di tanti che giocano nei professionisti e che invece saranno relegati a categorie amatoriali o poco più. E, a maggior ragione questo farebbe aumentare il valore del lavoro e una crescita professionale, e ne guadagnerebbe lo spettacolo anche in categorie come Eccellenza o Promozione. Invece niente, come in tutte le cose italiane, sono solo per pochi privilegiati, agli altri nemmeno le briciole”.
Per finire riporta un esempio calzante e una sorta di punto di riflessione: “In Spagna, qualche settimana fa, il COLLEGIO DIOCESANO AVILA, perse contro il Real Madrid solo 2 a 1, questo per far capire come il livello nei settori giovanili sia elevato anche in squadre meno conosciute”.