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LA SALERNITANA PAREGGIA A BARI. GRANDE SPETTACOLO SUGLI SPALTI

La Salernitana dalle due facce e dalle due sfaccettature riesce a portare a casa un punto prezioso da Bari. Ad un primo tempo sotto tono e un po’ schiacciata verso la propria porta si propone, ad inizio ripresa, con una squadra con più qualità ed il risultato si vede subito in campo. Questa la sintesi del pareggio (1 a 1) tra Bari e Salernitana.
Il Bari parte forte e cerca fin dal primo minuto di spaventare la Salernitana. Ma le azioni sembrano rompersi innanzi ad una squadra, quella di Colantuono, che pur non dando grossi sussulti in avanti cerca di tenere a bada gli avversari. Al 21′ però il Bari passa. Henderson prova il cross ma la sfera trova la schiena di Minala sposta la traiettoria che beffa Radunovic.
La reazione granata è sterile. Signorelli, il play maker sembra girare a vuoto e la squadra non trova giocate importanti. Il Bari sembra accontentarsi e gestisce con disinvoltura la partita.
Nel secondo tempo la metamorfosi granata nasce anche dal coraggio di Colantuono di portare subito dei correttivi alla partita lasciando negli spogliatoi un evanescente Di Roberto e l’ectoplasma Signorelli. In campo Rosina e Rossi. La Salernitana ci guadagna nei cambi e fin dalle prime battute iniziali prova a cambiare gli equilibri della gara. Il gol del pari arriva da una palla da fermo. Corner dalla sinistra e in aria Casasola salta, ma capitan Tuia impatta e riesce a il colpo di testa vincente. Siamo al 14′. La Salernitana sembra padrone del campo. Il Bari barcolla, ma poi si riprende e cerca di alzare i ritmi. Brienza e Floro Flores sono innesti di spessore. Il Bari vuole vincere la partita ma la difesa granata è attenta e non concede molte occasioni anzi, forse, con un pizzico di fortuna su alcune situazioni di gioco non proprio “pulite” la Salernitana manca il “graffio” vincente.
Mister Grosso alza la voce e spinge i suoi a provarci. Mister Colantuono anticipa le mosse del suo collega e piazza Schiavi al centro della difesa per proteggerla dai lanci lunghi mandando in panchina Palombi. Alla fine il triplice fischio mette la parola fine alla contesa ma non alla festa sugli spalti.

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