QUANDO LA STORIA DIVENTA SPORT: LA PRATICA DELLA SCHERMA MEDIOEVALE E RINASCIMENTALE
Abbiamo contattato il Maestro Marco De Filippo che ci racconta la sua passione per la storia e per la scherma e come queste due cose di possono fondere in uno sport che ti rimbalza lontano nel tempo. “La nostra associazione si occupa di Arti Marziali Europee, concentrando la propria attenzione sulle armi bianche medievali e rinascimentali. Questa disciplina, essendo “storica”, è particolarmente legata alle fonti del tempo ed è quindi per noi imperativo studiare e allenare prima di tutto le tecniche documentate, prestando attenzione alla loro efficacia in combattimento e seguendo, per quanto possibile, gli insegnamenti degli antichi Maestri”.
Così, brevemente ci racconta questo connubio, ma tiene a precisare che: “Tutte le nostre attività si svolgono in sicurezza e per questo motivo pratichiamo in sala d’arme con equipaggiamenti protettivi moderni. Le motivazioni che spingono i nostri schermidori sono diverse: alcuni si sono appassionati all’aspetto storico, altri a quello marziale, altri ancora a quello sportivo/competitivo, conseguendo anche notevoli risultati. Pur avendo una metodologia e una passione comune, ognuno di noi persegue obiettivi diversi”.
E’ nata un’Associazione che si chiama la “Compagnia della Rosa e della Spada” che, ormai da anni, organizza corsi finalizzati allo studio e alla pratica della scherma medievale e rinascimentale. Continua il Maestro De Filippo: “I nostri corsi sono aperti a tutti e non è richiesto alcun background marziale o sportivo. Si può cominciare a frequentare in qualunque momento dell’anno. Abbiamo sedi su tutto il territorio campano”. (Province di Napoli, Salerno e Caserta).
La scherma storica: qualche cenno introduttivo.
Nell’immaginario collettivo, quando si parla di Arti Marziali, si pensa immediatamente alle tecniche e ai sistemi di combattimento sviluppati in Asia Orientale e diffusisi rapidamente nel mondo ‘Occidentale’ nel corso del XX secolo.
In realtà, com’ è ormai noto, anche l’Europa aveva (ed ha) una forte tradizione marziale, che affonda le sue radici nel mondo greco-romano (ma volendo si potrebbe guardare anche più indietro). Tuttavia, il bagaglio marziale europeo ha subito una trasmissione non lineare nel corso dei secoli, soprattutto per una serie di cause legate direttamente o indirettamente allo sviluppo delle armi da fuoco.
Per nostra fortuna, la civiltà medievale europea ci ha lasciato diversi trattati inerenti l’arte della guerra, sia per quanto riguarda il settore strategico-organizzativo degli eserciti, sia in merito all’arte dello scontro individuale vero e proprio, sviluppatosi a sua volta in una forma propriamente da campo e in una maggiormente ritualizzata, ossia come duello giudiziario e duello d’onore.
Tale settore, che lo si voglia chiamare scrima, schermo, scherma, arte delle armi o arte de armiçar, ha suscitato crescente curiosità negli studiosi di arti marziali, dando vita ad una mole consistente di studi moderni. Le conoscenze degli antichi maestri sono così riemerse dal parziale oblio, svelando la loro complessità e la loro strutturazione in veri e propri ‘sistemi’ di combattimento.
Essendosi persa la tradizione diretta di molte delle conoscenze marziali in questione, la sperimentazione ha assunto un ruolo cardine nella ricostruzione di quest’Arte. Diventa a questo punto fondamentale la metodologia: come sempre in ambito scientifico, partendo dalle fonti (testuali, archeologiche, iconografiche ecc.), si avanza un’ipotesi interpretativa che richiede poi un test di verifica. Le tesi cui si giunge non costituiscono comunque un dato di fatto incontrovertibile, poichè future scoperte e/o interpretazioni dei sistemi potrebbero portare ad ulteriori riflessioni.
Per questo motivo, ma non solo, i nostri unici “Maestri”, nel senso proprio del termine, sono gli antichi autori dei trattati, la cui esperienza nessun uomo moderno può eguagliare e della cui sapienza noi studiosi del XXI secolo siamo solo umili interpreti. Studiare le loro opere significa anche comprenderne lo spirito combattivo e l’intelligenza marziale.
Tra le fonti da noi utilizzate vi sono diversi trattati e per brevità ne citiamo solo alcuni: London Tower Fechtbuch del tardo XIII secolo (manoscritto Royal Armouries I.33); Flos Duellatorum, di Fiore de’Liberi, di inizio XV secolo; De Arte Gladiatoria Dimicandi, di Filippo Vadi (XV secolo); trattati di area tedesca di XIV-XV secolo (Sigmund Ringeck, Hans Talhoffer ecc.); trattati della prima metà del ‘500 italiano (Marozzo, Manciolino, Anonimo) ed anche specificamente napoletano (Pagano, 1553)
I Maestri e i combattenti del tempo si affidavano alla strategia, alla tecnica e all’efficienza per battere gli avversari: per comprendere la loro Arte serve molto più che imitare qualche tecnica. Noi praticanti moderni non vedremo mai un vero combattimento con spade medievali (si spera) ed è quindi fondamentale fare riferimento al lascito degli antichi Maestri, per i quali, invece, la corretta esecuzione faceva la differenza tra la vita e la morte.