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La sua vittoria più bella: sconfigge il tumore e ritorna in campo

Domenica scorsa ha realizzato il gol più bello della sua carriera. Campionato di promozione pugliese: Luciano Quarta, prolifico attaccante salentino del Leverano Football, dopo aver lottato come un leone e sconfitto una brutta malattia, ritorna in campo.

Ha vinto la partita più importante, quella della vita, facendo a pugni contro il linfoma non-Hodgkin (tumore che nasce nel sistema linfatico e si sviluppa dai linfociti, cellule presenti nel sangue e nel tessuto linfatico di linfonodi, milza, timo, midollo osseo, tonsille e altre piccole aree dell’organismo).

E’ ritornato in campo con la sua maglia numero 19 e riprendendosi la fascia di capitano. L’ingresso in campo è stato accolto da applausi, ovazioni e da una batteria imponente di fuochi d’artificio.

A raccontare la storia è il Nuovo Quotidiano di Puglia.

Luglio 2022: senza alcun sintomo appare sul collo di Quarta un linfonodo: «Abbiamo fatto un’ecografia e abbiamo scoperto che si era esteso a tutto il collo e sotto le ascelle – racconta Luciano Quarta – All’inizio si pensava fosse una leucemia, poi è stato individuato il linfoma non-Hodgkin», scrive il quotidiano pugliese.

Inizia un girovagare tra varie strutture ospedaliere: «Ho fatto otto cicli di terapia, poi nel luglio 2023 ho fatto l’autotrapianto, ma dopo tre mesi il problema si è ripresentato. Per questo motivo dall’ospedale “Panico” di Tricase sono stato trasferito al “Moscati” di Taranto, per sottopormi ad una terapia uscita nel 2019, chiamata Car-T, specifica per la cura del linfoma non-Hodgkin. Sono stato per 33 giorni ricoverato in ospedale in una stanza sterile all’interno della quale non poteva entrare nessuno. Dopo un mese, fatta la Pet, è emerso che il linfoma era scomparso. Colgo l’occasione per ringraziare tutto il personale medico e sanitario che mi ha curato, i miei genitori, i miei suoceri, i tifosi che mi sono sempre stati vicini e mia moglie Valentina senza la quale ora non sarei qua. Mi ha dato una forza incredibile, i primi quindici giorni dopo la scoperta della malattia ho perso 15 kg, poi ho reagito, ho capito che era un problema mentale. Ringrazierò lei e i nostri bambini per tutta la vita per la forza che mi hanno dato nei giorni più difficili. Ho capito quali sono i valori veri della vita e che da soli non si può fare niente. Nella sfortuna ho avuto tanta gente accanto che mi ha aiutato», prosegue il racconto di Luciano al quotidiano.

E finalmente, dopo quasi 3 anni, il ritorno in campo.
Bentornato capitano!

mesposito_it@yahoo.it

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