L’ALMA SALERNO AD UN PASSO DALL’IMPRESA, PRIMA DI CEDERE ALLA PIU’ ESPERTA LIDO DI OSTIA
A un passo dall’impresa e dalle vertigini, vicinissima al 3-1 nel primo tempo che poi chiude in parità (2-2), l’Alma Salerno alla ripresa sbatte contro il portiere Mazzuca (miracolo su Santoro, a caccia del possibile 4-4) e s’imbatte anche in discutibili decisioni arbitrali. Gli episodi “dicono” Lido di Ostia: mentre l’Alma schiuma rabbia per il rigore non concesso a Spisso, la corazzata del campionato espugna il Pala Tulimieri (3-7) e ringrazia per due regali. Il primo è tutto di colore granata: il 2-3, su calcio di punizione di seconda trasformato da Gioia, nasce dal sanguinoso retropassaggio al portiere Marchesano che aveva già toccato il pallone. L’altro coinvolge la coppia arbitrale, fuori condizione: Santoro ha appena pareggiato con un bel tiro di sinistro dal limite (11’24” della ripresa), quando il laziale Dell’Orco vola via in area salernitana al primo soffio di vento. Gli arbitri abboccano e Fred trasforma all’11’55”. E’ la svolta. Al 17’17”, Santoro perde palla ma Spisso, già autore dell’1-0 dopo 4’10” di gara, è davanti a De Luca. Anzi, sarebbe: viene spinto ma gli arbitri non sono dello stesso avviso; il gioco prosegue e De Luca, spalle alla porta, inventa la magia di tacco. Dopo essere stata in vantaggio due volte, prima con Spisso e poi con Raffone in lob, dopo aver subito il pareggio, il sorpasso del 2-3 e trovato energie per il 3-3, l’Alma sul 3-5 tenta il tutto per tutto con il portiere di movimento ma Lido di Ostia la punisce altre due volte, oltre i suoi demeriti.
«Adesso vado nello spogliatoio e abbraccio tutti i nostri calcettisti, uno per volta. Sono orgoglioso di loro e della loro determinazione. Ho rivisto il cuore Alma. Oggi abbiamo perso contro il nome, non in campo. Il risultato non è bugiardo, di più..». Alma-Lido di Ostia è finita da pochi istanti e al direttore generale granata, Antonio Peluso, brillano gli occhi. «Ci sono partite che vanno viste e ci auguriamo anche riviste da chi di dovere, perché certe partite non possono essere pesate solo guardando al risultato – prosegue il dirigente dell’Alma – e certi episodi possono essere giudicati male perché nessuno è infallibile e tutti possono sbagliare. Oggi si è sbagliato parecchio a sfavore dell’Alma: ci manca un calcio di rigore netto su Spisso alla fine del primo tempo e non c’è quello che consegna al Lido di Ostia il provvisorio 3-4, – prosegue il dirigente – c’è fallo anche su Spisso che viene spinto in maniera abbastanza evidente in occasione del gol del 3-5 che mette in discesa la partita per i laziali. Gol bello quanto volete ma a nostro giudizio viziato da fallo. Giù il cappello davanti a tanta bravura degli avversari ma oggi – consentitemelo – giù il cappello davanti a una bella Alma, che ci ha fatto divertire, palpitare e che avrebbe meritato il pareggio, il risultato più giusto». Se fosse arrivato, la società granata avrebbe portato a casa un meraviglioso filotto da tre punti. A poche ore dalla partita, infatti, era arrivata la pronuncia favorevole del giudice sportivo che aveva accolto il ricorso dell’Alma per la distinta irregolare (un under in meno) compilata dall’Ortona durante la gara pareggiata in Abruzzo. Il giudice sportivo ha accolto il ricorso e ha dato due punti in più in classifica all’Alma che ora è a quota 12. Sabato 19 novembre, però, ci sarà ancora da soffrire e battagliare in quel di Pomezia contro la Mirafin, altra corazzata. I laziali schiumano rabbia per la sconfitta pesante subita a Saviano. «Dobbiamo mostrare anche fuori casa la stessa personalità – si raccomanda il tecnico granata Nando Mainenti – oggi dei ragazzi apprezzo l’impatto meraviglioso sulla partita, la voglia di fare, di creare occasioni e il dinamismo che ci aveva anche portato ad un passo dal possibile 3-1. Poi la differenza l’hanno fatta gli episodi. Siamo stati ingenui in occasione del retropassaggio al portiere che ha servito sul piatto d’argento al Lido di Ostia l’occasione per il calcio di punizione del provvisorio 2-3. Gli ultimi due gol subiti, invece, non fanno testo, perché abbiamo provato il tutto per tutto con il portiere di movimento, abbiamo gestito male la superiorità numerica nella loro metà campo e ci hanno punito con le ripartenze a porta sguarnita».