Il derby visto da due amici “rivali”
Il racconto che segue potrebbe essere lo spunto per un film o per un libro, tratto da una storia vera. Una di quuelle storie che fanno amare ancora di più lo sport, ed in particolare il calcio.
Due amici veri, ma di fede calcistica opposta: Matteo, tifosissimo della Salernitana, Lino dell’Avellino. Emigrati a Milano per lavoro, ma sempre legati alle proprie origini. E quando si presenta una valida motivazione entrambi non esitano a fare ritorno nella terra natia.
L’occasione, questa volta, è di quelle ghiotte: il derby di ritorno tra Avellino e Salernitana. I due amici riescono ad ottenere due pass per la Tribuna Terminio e decidono cosi di partire alla volta dell’Irpinia.
Lino non avrebbe mai immaginato a quindici/venti anni – quando era un giovanissimo tifoso che seguiva la squadra del cuore insieme al gruppo più caldo della tifoseria avellinese – di seguire un giorno allo stadio un derby con un tifoso della “rivale” Salernitana. Tutto ciò dopo i quarantanni e dopo più di quindici anni vissuti al Nord è stato sorprendentemente possibile, perché la rivalità sportiva è una cosa, il rispetto per la città e per i tifosi avversari è altra cosa che va sempre anteposta. Tutto ciò è stato possibile alla luce della grande e sincera amicizia che lega Lino e Matteo (e rispettive famiglie) accomunati dalla stessa sorte …lavorare e vivere al Nord !!!
Il derby è qualcosa che dà attesa e gusto all’evento sportivo , così come lo sfottò reciproco è bello e divertente, ma deve durare un attimo e deve essere limitato all’evento sportivo in quanto giustificato soltanto dalla rivalità sul terreno di gioco. Appunto, un gioco.
Oltre questo deve esserci rispetto per le reciproche città e relativi cittadini, tenendo conto che poi siamo tutti originari di una medesima regione , la ns. bella Campania !!!
Partenza in treno da Milano Centrale con il Frecciarossa, all’alba di sabato: i due hanno fretta di arrivare a destinazione per vivere le ore di vigilia del derby all’interno dello stadio Partenio.
Il viaggio in treno è un susseguirsi di ricordi, amarcord, aspettative del derby. E poi il ricordo del derby dell’andata, ugualmente vissuto insieme ma davanti alla tv. Finì 3 a 1 per i granata. Ad ogni gol mai un eccesso di esultanza, ma solo una pacca sulla spalla all’altro in forma di rispetto e di incoraggiamento.
E’ già ora di scendere dal treno. Prima tappa a Napoli centrale. Da lì a poco un pullman di linea li porterà ad Avellino. Sale la tensione, mancano davvero poche ore dall’inizio del derby. Prima di andare allo stadio un pit stop culinario a casa dei genitori di Lino: un piatto caldo, un po’ di formaggio e un bel bicchiere di vino locale. E poi, finalmente, destinazione Partenio.
L’atmosfera è quella delle grandi occasioni: sold out al botteghino con stadio gremito in ogni ordine di posto rispetto alla capienza consentita. Peccato per la chiusura del settore curva Nord che avrebbe richiamato un numero maggiore di tifosi, anche da Salerno, con una cornice di pubblico degno di un grande evento.
Sugli spalti circa 10 mila tifosi avellinesi, un migliaio da Salerno. I due amici si sistemano in Tribuna Terminio, anello inferiore, lato settore ospiti. E’ un settore di tifosi locali, quindi il tifoso salernitano, per evidenti motivi, non può manifestare la propria fede…ecco, il brutto del calcio su cui bisogna lavorare e cambiare mentalità e cultura.
Inizia il riscaldamento delle squadre ed anche i tifosi iniziano a scaldare la propria voce: partono i primi, tradizionali, sfottò da entrambe le parti, tutto secondo copione.
Inizia la partita. Un buon primo tempo della Salernitana con un Avellino praticamente mai pericoloso. Il tifoso granata spera nel colpaccio, mentre il tifoso avellinese riconosce i meriti della squadra di Torrente. Finisce il primo tempo.
Soffia un vento freddo ed è il momento di un the caldo.
Alla ripresa del gioco poche azioni interessanti. Sembra una partita da zero a zero.
Un risultato che sarebbe andato bene ad entrambi gli amici, rivali per un giorno.
Ma al 73esimo il gol di Trotta, già promesso sposo al Sassuolo in Serie A, spezza l’equilibrio. Lo stadio esplode come una polveriera. Tutti gli avellinesi saltano, esultano, gridano. Tutti, tranne Lino, il quale, senza scomporsi minimamente, poggia con tenerezza una mano sulla spalla dell’altro. Qualcuno intorno intuisce che Matteo non è tifoso avellinese, ma tutto fila liscio.
La partita regala due brividi finali: la Salernitana vicinissima al gol in ben due circostanze. Finisce la partita. I giocatori di casa giustamente a festeggiare e gli ospiti a raccogliere un rapido saluto dai propri sostenitori.
Ecco, tutto questo è ciò che è accaduto a Lino e Matteo: ognuno ha dentro di sé vissuto le emozioni che la passione pei i propri colori detta da sempre, ma con rispetto reciproco per l’amico “rivale” e con l’augurio di ripetere presto una “giornata derby” come quella vissuta il 16 gennaio.
Il racconto del derby finisce qui. L’amicizia tra Lino e Matteo, invece, durerà ancora. Entrambi sperano di rinnovare la “rivalità” al prossimo derby, magari in serie A.
Forza LUPI e Forza SALERNITANA, fatevi strada !!!