Home / ANEDDOTI  / Lascia il calcio a soli 19 anni: “Troppe promesse non mantenute, in Italia zero meritocrazia”

Lascia il calcio a soli 19 anni: “Troppe promesse non mantenute, in Italia zero meritocrazia”

I successi dell’Under19 e della B Italia hanno rappresentato un momento di rinascita fondamentale per il calcio italiano, reduce dalla debacle mondiale e assolutamente desideroso di ripartire alla grande soprattutto grazie ai tantissimi giovani che sognano di indossare la maglia azzurra e che vivono il calcio non come lavoro o passione, ma come un vero e proprio motivo di vita. Purtroppo, però, tra settori giovanili ricchi di stranieri o organizzati male e scuole calcio non sempre rappresentate da persone competenti del settore, moltissime persone sono costrette a cambiare completamente mestiere lasciando i desideri nel cassetto e allontanandosi a malincuore da uno sport che certo non fa trionfare sempre il criterio di meritocrazia. La storia che raccontiamo oggi è quella di Giovanni Franzoni, giovane portiere salernitano che un paio d’anni fa sembrava destinato ad una discreta carriera, ma che oggi ha deciso di appendere i guantoni al chiodo dedicandosi alla sua seconda grande passione: la musica. Nella speranza che Giovanni possa togliersi grandi soddisfazioni e ripagare la fiducia dei tanti fan che popolano quotidianamente la personale pagina youtube, fa certamente effetto immaginare un ragazzo che, nemmeno ventenne, decide di lasciare il calcio a causa delle tante promesse non mantenute e di una serie di vicissitudini che ha raccontato ai microfoni del BellodelloSport.it:

Giovanni, come mai questa scelta?

“Fa sicuramente male perchè amo il calcio, amo questo lavoro e tanti addetti ai lavori dicevano che ero un discreto portiere e potevo togliermi delle belle soddisfazioni soprattutto perchè mi sono sempre allenato al massimo delle mie possibilità seguendo i consigli dell’allenatore. Ho iniziato la mia carriera difendendo i pali del Picciola, a Pontecagnano, successivamente la Salernitana mi ha tesserato e alcune promesse non sono state mantenute. Anche a Faiano le cose non sono andate come mi aspettavo: la dirigenza aveva detto che puntava su di me e che dovevo soltanto aspettare il mio momento, ma quando i due portieri titolari sono andati via hanno preferito acquistarne un terzo e mettermi da parte. Per un ragazzo giovane, emotivo e che crede molto in certi valori è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Purtroppo in Italia nemmeno a livello dilettantistico vige il criterio di meritocrazia, non scopro certo io che in alcuni contesti si va avanti per raccomandazioni o semplicemente perchè hai le conoscenze giuste. Personalmente il posto l’ho sempre conquistato sudando giorno dopo giorno, non ho nulla da rimproverarmi sotto questo punto di vista”

Sappiamo che sei rimasto particolarmente scottato dalla scelta della Salernitana di mandarti via…

“Fui scelto per un provino tanti anni fa, all’epoca l’allenatore era Luca Fusco. Durante il mio percorso sono stato guidato anche da Emanuele Ferraro e Ciro De Cesare, ma il mister al quale devo dire grazie è Alberto Mariani. Un grandissimo professionista. Ricordo con emozione quell’avventura, ho disputato anche qualche buona partita e mi avevano detto che avrei fatto parte del settore giovanile granata anche nelle stagioni successive. Posso soltanto dirvi che ho saputo tramite internet di essere stato svicolato insieme a tutti i miei compagni di squadra. Mandarono via il 95% dei tesserati in un solo giorno: potevamo essere tutti scarsi? Dopo un mese abbondante mi arrivò la comunicazione a casa tramite una lettera, è stato un momento difficile che ho superato grazie al sostegno della mia famiglia”

Sarà pur vero che hai avuto tante delusioni, ma hai 19 anni e mollare adesso sembra azzardato…

“Sono molto giovane, ma allo stesso tempo ho una mia mentalità e se in un ambiente non mi trovo a mio agio e vedo determinate cose che non funzionano preferisco cambiare lavoro. Alla lunga perderei anche la passione per il calcio e questo non deve mai succedere. Certo, magari in futuro potrebbe arrivare qualche proposta interessante: in passato ci sono stati contatti con Savoia e Cavese, ma alla fine non ho firmato con nessuno. Le delusioni del passato mi spingeranno a dire di sì a qualche società soltanto in presenza di importanti garanzie. E non mi riferisco all’aspetto economico: fino ad oggi ho lavorato gratis, anzi spesso ci ho rimesso soldi di tasca mia tra materiale, spostamenti e allenamenti”

E ora l’avventura con la musica…

“Le mie tre passioni più grandi sono sempre state la cucina, il calcio e la musica. Ho iniziato a comporre canzoni sin da piccolo e in questi mesi ho prodotto il mio primo video che su youtube ha riscosso un ottimo successo raggiungendo le tremila visualizzazioni. Il brano si chiama “Piccerè”, ripercorre un po’ la mia prima storia d’amore nel ricordo di una ragazza con cui ho condiviso un anno della mia vita e che mi ha lasciato improvvisamente. Non so se ha ascoltato il testo, mi farebbe sicuramente piacere. Il sogno nel cassetto ora è questo: comporre altre canzoni ed essere invitato da qualcuno per dimostrare le mie qualità al grande pubblico. Chissà che non possa essere questa la strada giusta per iniziare un percorso professionale serio e di successo”

Però hai detto che il calcio non lo hai abbandonato del tutto. Descrivi un po’ le tue caratteristiche tecniche a qualche allenatore che non ti conosce…

“Sono alto 1,90, tra i pali mi dicono che sono abbastanza agile e anche nelle uscite non ho paura di nulla. Mi piace guidare la difesa e rappresentare un punto di riferimento per i miei compagni dentro e fuori il rettangolo di gioco. Qualche allenatore mi ha detto che mi manca la “cazzimma” e la consapevolezza nei miei mezzi, mi dessero la possibilità lavorerei anche su questo aspetto caratteriale”

Dopo la tua brutta esperienza consiglieresti ad un tuo giovane amico e collega di cimentarsi nel mondo del calcio?

“Certo. Se a me è andata male, almeno per ora, non vedo perchè qualche altro ragazzo non possa avere maggiore fortuna. I sogni possono sempre realizzarsi e se non ci provi non puoi mai sapere come va a finire. La mia speranza è che la Salernitana, ma in generale tutte le società calcistiche italiane dalla A alla terza categoria capiscano che ogni calciatore ha una componente sentimentale ed emotiva che merita rispetto. Illuderci con false promesse ci porta ad abbandonare tutto. E non è giusto”

sgsalerno1919@hotmail.it