LAUDANI GALVAGNO RISPONDE A PRANDELLI: “I GENITORI SONO IL CAPRO ESPIATORIO DEL FALLIMENTO DELLE SCUOLE CALCIO”
Mister Prandelli, in modo ironico, disse: “La formazione ideale di una scuola calcio e’ formata da solo orfani”.
Vito Laudani Galvagno, invece, è preoccupato di come si sta evolvendo il mondo delle scuole calcio in Italia e sostiene a gran voce: “Per ora mi limito a rispondere che sono preoccupato perché i genitori sono diventato il capro espiatorio del fallimento e della decadenza delle scuole calcio. A mio avviso non funzionano perché non si accorgono degli errori pacchiani che si commettono”.
Sicuramente i genitori vanno educati ad un comportamento e ad un modo di pensare diverso, ma, sempre per mister Laudani: “Non possono essere i genitori il problema”. Prendelli, continuando il suo ragionamento disse che i genitori mettono pressione al bambino, che hanno molte aspettative e che prima di fare una cosa in campo guardano se il papà lo approva”.
Ma Laudani va oltre l’aspetto della presenza dei genitori e dice che questa problematica (della presenza di nonni, zii, madre etc) sia un problema solo italiano, infatti spiega: “Vorrei ricordare che io alleno i bambini dal 1985 e, fino agli inizi degli anni 90′ non ho mai visto genitori alle partite. Erano pochissimi e meno ancora quando si giocava fuori. Quando io ero piccolino non ho visto un genitore di un mio compagno alle partite, se non raramente. A mio avviso sarebbe da capire cosa sia cambiato nella società”.
Forse ritorniamo ad un concetto già ampiamente discusso sul nostro sito e vale a dire la storia infinita delle false illusioni e delle false aspettative.
Sulle affiliazioni Laudani entra in gamba tesa: “Molte scuole calcio sono affiliate a Milan, Inter, Juventus o, addirittura, Real Madrid, Arsenal, ma qualcuno mi spieghi qual’è lo scopo di una affiliazione? Se io porto mio figlio in una scuola calcio affiliata qual’e’ la mia aspettativa? Ci vorrebbe una intervista lunghissima per chiarire ed approfondire. Mi limito a ripetere il mio concetto, il mio pensiero: le scuole calcio dovrebbero essere abolite, ma visto che e’ impossibile, l’obiettivo deve essere di dare la possibilità ai bambini di vivere questo sogno nella maniera più positiva possibile e non renderlo un incubo”
La storia infinita? scuola calcio si, scuola calcio no!
Il bambino al centro del progetto?
A quest’ultimo interrogativo Galvagno rimane perplesso e ricorre ad una frase fatta, ma dall’indubbia efficacia: “Se l’obiettivo, come tutti si vantano, è il bambino, allora i genitori sono una grande risorsa e, dunque, il genitore stesso deve essere parte del progetto, in modo attivo, perché le scuole calcio non hanno il compito di educare i bambini, quel compito spetta ai genitori ma hanno il compito di educare allo sport i genitori”
La proposta: “Il primo passo è eliminare i campionati che hanno finalità di vittoria. Fino a 12 anni niente competizione. Dai 6 a 12 anni solo una sana crescita sportiva indirizzata al calcio, e i genitori protagonisti, a turno, come arbitri delle partite che saranno solo amichevoli senza una classifica. A turno fare dirigenti, partecipare attivamente alla vita sociale di gruppo della scuola calcio ma, per fare questo, bisogna organizzare un corso, dove non solo lo scopo è di dare consigli ai genitori come gestire lo spogliatoio, ma avere un confronto reale sincero di collaborazione, educare allo sport i genitori vuol dire educare i loro figli. I genitori sono una risorsa troppo importante per emarginarli, senza la loro collaborazione difficilmente si potrà, anzi è impossibile instaurare quella che io chiamo “fiducia empatica” tra istruttori-bambini-genitori.
Una stoccata anche alla Federazione: “Deve intervenire per limitarne il numero di iscritti. Ogni scuola calcio deve avere non più di 20 bambini per ogni categoria composta per eta’ naturalmente, non si deve permettere ad una società di avere più squadre in ogni categoria. Quando vedo scuole calcio che si vantano di avere 600 bambini, ma anche 400, mi vengono i brividi, se una scuola calcio deve essere tale non può avere più di 120 bambini. E’ inutile vantarsi di avere un numero spropositato di iscritti se si parla di scuola calcio dove i bambini sono la risorsa più importante. Perché questa è mera ipocrisia”.