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L’AUTOARBITRAGGIO E’ FIGLIA DI UNA FIGC CHE DETTA REGOLE MA NON OSSERVA RISULTATI?

La FIGC descrive l’autoarbitraggio come “una delle grandi innovazioni e al tempo stesso una sfida in una modalità di gioco che permette di esprimere il bisogno di confrontarsi e realizzarsi dei bambini con maggiore libertà e autonomia e una minore pressione psicologica”.
La nostra domanda: “Siamo sicuri che l’assenza di un garante del gioco generi un sistema “equo” e libero dalle idee “vincenti” dei singoli istruttori?
A mio avviso, e per quanto ho assistito nel torneo organizzato a Frosinone da una società locale, ho potuto osservare che il bambino più grosso (o furbo) ha spesso deciso avendo l’ultima parola in merito. Poi mi sono posto una domanda: ma l’autoarbitraggio prevede l’intervento dell’allenatore che chiama un fallo laterale o conferma una punizione inesistente?
Se la risposta è si, allora questo confronto tra bambini, sempre a mio avviso, non ha più senso.
Quando si giocava in strada, per chi ha avuto questa possibilità, l’ultima parola era del proprietario del pallone che con la classica frase: “il pallone è mio e decido io” derimeva la questione in modo più o meno salomonico e, se non accettavi la stessa, eri escluso dal gioco.
Sempre per quello che ho assistito, personalmente, dico che, in questo caso, il pallone è di proprietà dell’istruttore che pur di emergere decide di agevolare la sua squadra perdendo di mira quello che è il suo dovere di lavorare, non sul risultato, ma sull’insegnamento delle regole e del gioco del calcio.
Mi rivolgo alla FIGC con una domanda semplice: se in Italia non si ha cultura dello sport giovanile a cosa serve avere idee originali o copiare modelli d’oltre frontiera?.
Sempre a loro: alzate il sedere dalle poltrone e andate sui campi di calcio a capire cosa sta succedendo nel mondo del calcio giovanile. Signori, se la Nazionale Italiana è in crisi è perché il business del mondo giovanile fa perdere di mira quali sono e debbano essere gli obiettivi da centrare.
Fatta questa premessa mi permetto di esprimere un mio giudizio personale parafrasando il mitico Fantozzi quando fu costretto a vedere un film noioso invece di un’emozionante Italia Inghilterra (forse oggi apprezzerebbe di più la filmografia russa vista la qualità della nostra formazione nazionale): non si può in Italia adottare questo sistema di autoregolamentazione, in questo momento storico, perché alla base manca un lavoro che esclude il risultato dalla mente di istruttori e dirigenti.
Prima di passare a scrivere queste parole ho anche fatto un passaggio con allenatori e società, anche prestigiose, per avere un’idea più approfondita sull’argomento con i quali vorrei aprire un filone (spero interessante).
Intanto vi anticipo che la Spal ci ha così risposto: “pur attuando queste dinamiche, non intendiamo, rilasciare interviste in merito”.
Altre non hanno neppure risposto sull’argomento… ma vi assicuro che presto avremo dei risultati tali per approfondire e capire meglio le dinamiche di utilizzo di questa regola, sperando di fare cosa gradita ai tanti che sperano di avere un “giusto” cambiamento nel calcio giovanile in Italia.

ECCO UN GESTO VERO DI SPORT

IL RIGORE E’ INESISTENTE E IL MISTER INVITA IL SUO GIOCATORE A CALCIARE PIANO VERSO IL PORTIERE. ECCO IL VIDEO

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).