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LE ALTERAZIONI POSTURALI POSSONO CAUSARE DOLORI MUSCOLO ARTICOLARI NELL’ATLETA

Il corpo umano è costituito da diversi apparati che ne regolano la funzione. Tra i vari apparati, quello locomotore è preposto a soddisfare le esigenze di movimento e spostamento nello spazio.

Secondo l’anatomia i due elementi dell’apparato locomotore sono lo scheletro e i muscoli, ma personalmente ritengo importante annoverare anche il sistema nervoso, senza il quale i muscoli non potrebbero essere eccitati e promuovere la propria azione.

Facendo un paragone del corpo umano con le automobili, lo scheletro rappresenta il telaio, i muscoli sono il motore e il sistema nervoso è la centralina elettrica, senza la quale i motore non potrebbe accendersi.

Conoscere la relazione tra le diverse parti facilita la comprensione di come possono originarsi le alterazioni posturali e, di conseguenza, i dolori muscolo articolari.

Analizziamoli brevemente uno a uno:

Apparato scheletrico:

E’ formato da 206 ossa e da 360 articolazioni circa, il cui compito è quello di tenere uniti i vari segmenti ossei in modo che lo scheletro possa espletare nel migliore dei modi le funzioni di sostegno, mobilità e protezione di importanti organi quali: il cuore, i polmoni, il midollo spinale e il cervello.

Esistono ossa lunghe, corte, piatte, ecc… e articolazioni con uno o più gradi di libertà, necessari per fare movimenti più o meno complessi e ampi.

Le articolazioni vengono suddivise su: base strutturale e su base funzionale, come rappresentato nello schema sottostante.

BASE STRUTTURALE

Articolazioni fibrose Le ossa sono unite da tessuto fibroso
Articolazioni cartilaginee Le ossa sono legate da cartilagine
Articolazioni sinoviali Le ossa sono separate da una cavità

BASE FUNZIONALE

Sinatrtrosi (fibrose) Articolazioni immobili che legano strettamente i capi ossei Ossa del cranio
Anfiartrosi (cartilaginee) Articolazioni ipomobili con movimenti limitati Le vertebre della colonna
Enartrosi (sinoviali) Articolazioni che permettono un ampio range di movimenti in tutte le direzioni La spalla o l’anca

Lo scheletro è composto, inoltre, da una parte assile, ovvero le ossa della testa, del tronco e della gabbia toracica, e da una parte appendicolare nella quale riconosciamo le ossa degli arti inferiori e superiori, quelle della cintura scapolare e di quella del bacino.

La colonna vertebrale, che collega la cintura scapolare con quella del bacino, svolge due funzioni contrapposte tra loro: funge da sostegno (rigidità) per il busto e ne permette movimenti molto complessi (flessibilità). Inoltre ricopre anche il delicato ruolo di ammortizzatore dei carichi assiali che gravano sul corpo, a prescindere che si sia sdraiati, seduti o in piedi. I carichi assiali sono la risultante dell’azione di due forze: quella di gravità che attira i corpi al suolo e il peso dell’atmosfera che schiaccia verso terra.

Le tre curve di cui la colonna è dotata, lordosi cervicale, cifosi dorsale e lordosi lombare, se mantenute nel tempo, consentono una buona ripartizione dei carichi assiali; dalla figura evidenziamo che la conservazione delle tre curve conferisce resistenza pari a 10 nella gestione dei carichi, resistenza che si dimezza con l’abolizione di una delle tre curve, e via dicendo.

Questa eventualità espone a rischi di salute dell’apparato locomotore e non solo (protrusioni e/o ernie del disco, sciatalgia, ecc…), argomento che analizzeremo in un successivo articolo.

Apparato muscolare:

Esistono più di 600 muscoli suddivisi in volontari e involontari; i primi sono gestiti dal sistema nervoso centrale volontario (SNC), i secondi gestiti dal sistema nervoso autonomo.

Il sistema muscolare, fisiologicamente svolge le seguente funzioni:

• Locomozione dell’appartato scheletrico
• Attività motoria degli organi interni, gestita dai muscoli involontari
• Protezione, come per esempio gli addominali che proteggono la massa organo viscerale
• Mimica: i muscoli facciali permettono di esprimere emozioni

Per gli scopi di questo articolo prenderemo in esame solo quelli volontari che ammontano a 400 circa e che hanno proprio lo scopo di muovere il soggetto a seguito dell’impulso nevoso ricevuto dal SNC.

I muscoli volontari sono legati allo scheletro tramite i tendini e per questo motivo sono anche chiamati muscoli scheletrici.

Dal punto di vista della funzione, si suddividono i muscoli della statica da quelli della dinamica. I primi ci permettono di stare in piedi e gestire la postura del corpo, per cui sono sempre attivati e soffrono di ipertonia, ovvero quella condizione di eccessiva tensione dovuta allo strenuo lavoro che devono compiere per regolare la postura del corpo in relazione alla forza di gravità. I secondi, sono muscoli che si attivano all’occorrenza e terminata la loro azione si rilassano. Quando i muscoli della dinamica, per una condizione di eccessiva rigidità dei muscoli della statica, vengono chiamati in causa per gestire la postura del corpo, il dispendio energetico quotidiano aumenta di molto, ed è normale arrivare a fine giornata stanchi, anche senza avere fatto un granché.

Sistema nervoso:

Il sistema nervoso nell’essere umano è suddiviso in sistema nervoso centrale (SNC), contenuto all’interno della scatola cranica e nel canale vertebrale, e sistema nervoso periferico (SNP), formato da diverse strutture, tra cui i recettori che hanno il compito di ricevere informazioni dall’ambiente esterno e inviarle al SNC, sotto forma di segnali nervosi, che li elaborerà per rispondere in modo adeguato alle esigenze dell’organismo.

Il SNP è suddiviso in due parti:

• il sistema sensoriale capace, mediante i suoi neuroni, sia di ricevere segnali dall’esterno attraverso gli organi di senso (occhi, orecchie, pelle, ecc…), sia di trasportare fino al cervello i segnali provenienti dall’interno del corpo (per esempio l’eccessiva concentrazione di anidride carbonica nel sangue);

• il sistema motorio, che a sua volta si suddivide in due parti: il sistema somatico (che trasmette i segnali ai muscoli scheletrici volontari) e il sistema autonomo (SNA) costituito da quelle cellule presenti negli organi, nei visceri e nelle ghiandole che regolano la funzione dell’organismo al di là della nostra volontà attraverso gli impulsi inviati dal sistema nervoso simpatico (che gestisce le situazioni di attacco e fuga) e da quello parasimpatico (che presiede alla gestione degli stati di calma).

C’è inoltre da annoverare, per completezza di informazione, che il SNA è completato dal sistema enterico che gestisce le funzioni dell’apparato digerente, quasi del tutto autonomamente. Questo argomento sarà trattato in profondità nei prossimi articoli.

Interazione tra sistemi:

Il sistema nervoso, benché suddiviso in diverse parti e tutto collegato, per cui ogni segnale di squilibrio a qualsiasi livello, genere a una risposta a catena in ogni distretto del corpo e questo aspetto rappresenta il punto focale del tema di questo articolo.

Infatti un aumento della tensione nervosa atta a ripristinare l’equilibrio, comporta una risposta muscolare verso l’aumento del tono basale, ovvero quello stato di tensione muscolare necessario a innescare qualunque tipo di azione motoria. Riprendendo la metafora con l’automobile, il tono basale equivale al minimo del motore che normalmente viene registrato a 1000 giri al minuto per garantire al motore di rimanere acceso ed essere pronto a muovere l’auto quando sarà innescata la marcia.

Il tono basale muscolare può subire variazioni di intensità a seconda dello stress nervoso che vive la persona, per cui in caso di un individuo soggetto a forte stress, avremo un livello di tono basale alto e quindi muscoli molto contratti.

Se la tensione muscolare è giustificata dalla necessità di movimento, allora avremo una trasformazione di questa tensione in movimento, permesso dal sistema articolare. Diversamente lo stato di tensione muscolare aumentato comporterà una compressione articolare, condizione che alla lunga favorisce un aumentato attrito tra i capi articolari e maggior usura delle cartilagini durante il movimento.

Questo è il presupposto per generare dolore e artrosi articolare.

Paragonando il corpo umano a una matrioska, vediamo che dalla superficie alla profondità ci sono diversi strati che lo compongo, che sono interconnessi tra di loro.

Esternamente la pelle ricopre il tessuto connettivo, che a sua volta avvolge ogni elemento del corpo tranne sé stesso, mettendo in connessione tutto quanto.

Questa caratteristiche consente la migrazione di adattamenti da un distretto corporeo a un altro.

Per fare un esempio, è sufficiente avere la necessità di appoggiare il piede sul bordo esterno per determinare, attraverso la muscolatura dell’arto inferiore una risalita di compensi fino su al collo, generando alterazioni posturali di ogni genere e sorta; da qui nasce la teoria dei “dolori migratori”.

Cos’è la postura:

La postura del corpo umano è, per ogni individuo, unica a irripetibile.

Rappresenta, infatti, il “vissuto” della persona stessa conformato da traumi fisici e psichici, posture professionali scorrette, carichi di allenamento eccessivi, sedentarietà, scorrette abitudini alimentari, squilibri biochimici, interventi chirurgici, stile di vita, ecc…

Mi piace pensare che se esistesse un apparecchio, come quelli capaci di leggere i DVD, in grado di leggere il corpo umano, questo rivelerebbe cose di noi cui, in buona parte, abbiamo perso memoria.

Il corpo umano non è mai lo stesso giorno per giorno, la postura è in continuo adattamento agli stimoli interni ed esterni che il corpo riceve.

Detto questo, si capisce che intervenire per “correggere” la postura non è un lavoro semplice ma, soprattutto, non può prescindere da un approccio di tipo globale che prende in considerazione l’individuo a 360°.

Presso il mio studio, oltre alle indagini posturali classiche, uso un protocollo di intervista che tiene conto di tutto il “vissuto posturale” dei miei clienti, cercando di raccogliere, in ordine cronologico, ogni fatto accaduto per risalire alle origini del sintomo che si sta manifestando nel presente.

L’accanimento esclusivo sui punti effetto di un sintomo, non porta a una soluzione definitiva se non viene presa in considerazione la causa che l’ha generato.

Per fare un esempio chiarificatore, non è strategico tergere l’acqua dal pavimento di una stanza allagata, ogni volta che si bagna; se voglio risolvere il problema, una volta per tutte, devo rintracciare il tubo che perde e ripararlo.

Così a livello del corpo umano, non è strategico curare una mal di spalla, massaggiandola e facendo esercizi posturali a suo esclusivo vantaggio, se l’origine dovesse essere un precedente trauma alla caviglia non curato adeguatamente.

Giovanni Castellani
Massofisioterapista
Dottore in Scienze Motorie
Educatore motorio e posturale – Nutrizionista
Ideatore del Sistema Benessere Posturale Integrale

In collaborazione con la rivista www.rivistainforma.it

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).