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Lutto Alberti, il ricordo del nipote Mirko Cantarella: “Mio zio ha dato lustro a Salerno ed è stato un signore del calcio”

Un grave lutto ha colpito il mondo del calcio. Enrico Alberti, ex calciatore e direttore sportivo della Salernitana, è, infatti, venuto a mancare all’affetto dei propri cari. La redazione de “Il Bello dello Sport” ha voluto omaggiare questa storica figura, artefice di tanti ottimi risultati sportivi in carriera con un’intervista al nipote Mirko Cantarella, giornalista, procuratore e dirigente sportivo, al quale ribadiamo le nostre più sincere condoglianze.

Cosa ha significato per te avere avuto un membro della tua famiglia prima calciatore e poi direttore sportivo della Salernitana?

“Fin da piccolo sono stato legato al calcio grazie a mio zio. Per me ha significato tanto, così come per i miei cugini. E’ stato un onore avere avuto in famiglia qualcuno che ha dato lustro alla città di Salerno. Mio zio non solo ci è riuscito attraverso la famosa promozione del 1966, ma anche mediante la signorilità e il garbo che lo hanno contraddistinto sempre, dentro e fuori dal campo”.

Quali sono gli aneddoti che ti ha raccontato circa l’esperienza di Salerno nel doppio incarico ricoperto?

“L’anno prima aveva sfiorato la promozione col Chieti in compagnia di Tom Rosati. La vittoria del campionato è stato il momento più bello della sua esperienza calcistica, mentre, per quanto concerne le vicende extra sportive, vi svelo che avrei potuto avere un altro zio ex calciatore della Salernitana: durante la militanza di Alberti nella Salernitana, infatti, non solo mio zio era fidanzato con Drusiana, sorella di mia madre, ma anche Pierino Prati era legato sentimentalmente ad una sorella di mia madre. Da direttore sportivo, rimase amareggiato per come terminò l’esperienza di Soldo, ma rimase fortemente legato ad Agostino Di Bartolomei, del quale ammirava la grande umiltà”.

A Pescara fu capace di ingaggiare Junior, mentre a Salerno completò il tesseramento di Di Bartolomei dopo l’iniziale opera di convincimento da parte del compianto patron Soglia: ci diresti qualcosa in più sui retroscena concernenti le due trattative?

“E’ stato sempre un tipo molto chiuso. Riguardo questi due movimenti importati messi a segno, mi ha sempre, però, detto che fu fondamentale la sua capacità di ergersi a garante dell’affidabilità del progetto che si accingeva a presentare ad i due campioni. Ha usato le prerogativa della semplicità e dell’umilità per condurre in porto le trattative, senza gettare fumo negli occhi”.

Tracciaci un bilancio della varie esperienze vissute al Milan, al Pescara, al Venezia ed al Bari

“Liedholm ha rappresentato il suo maestro calcistico perché fu colui il quale lo inventò libero, modificandogli il posizionamento in campo. Al Pescara centrò una storica promozione, ergendosi anche a paladino dei tifosi quando, nella sfida decisiva ai fini del raggiungimento della A, si alzò dalla panchina per evitare l’incombente invasione di campo, scongiurandola. I fatti gli diedero ragione perché effettivamente il Pescara andò a segno pochi instanti dopo grazie a Benini. Da ds del Pescara è stato in ottimi rapporti con Galeone, così come con tanti esponenti del mondo calcistico che nel corso degli anni sono transitati presso la sua abitazione abruzzese, anche solo per trascorrere del tempo insieme al mare. Anche io personalmente ho avuto modo di conoscere vari del mondo del calcio come Massimiliano Allegri, Franco e Massimo Oddo e Bruno Pace grazie al fatto di essere il nipote di Enrico ed il cugino di Alessandro, il figlio di mio zio. Devo dire che questa mia fortuna a livello privato mi ha sempre spalancato le porte, dovunque mi sia recato. A Bari mio zio è stato sempre considerato bene, avendo riportato ottimi risultati ed avendo scoperto campioni del calibro di Enninaya, Protti, Gautieri e Cassano, giusto per citare i più importanti. Matarrese lo ha sempre ritenuto un uomo di famiglia. Al Venezia, ebbe un rapporto burrascoso con Zamparini: non posso mai dimenticare quando si batté per l’ingaggio di Attilio Lombardo, all’epoca semisconosciuto in forza al Pergocrema. Zamparini non volle ascoltarlo e l’anno dopo Lombardo andò alla Sampdoria, dove vinse lo scudetto in squadra con Vialli e Mancini”.

Stasera la Salernitana scenderà in campo col lutto al braccio contro la Spal?

“Sì, ho ricevuto conferma telefonica da parte di Salvatore Avallone”.

Un tuo pensiero conclusivo…

“Mio cugino Alessandro sta seguendo le orme del padre, essendo divenuto un importante assicuratore e procuratore sportivo. Sta lavorando sull’onda del padre, facendosi apprezzare per il garbo e la signorilità. Anche io, nella mia piccola esperienza di giornalista, procuratore e dirigente sportivo, sto portando avanti la stessa politica di mio zio Enrico, che ha rappresentato per me sempre un punto di riferimento e continuerà ad esserlo anche ora che è lassù”.

 

 

 

corradobarbarisi@hotmail.it

Ingegnere elettronico di primo livello. Giornalista pubblicista dal 26 novembre 2015