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“Mamma, piovono peluche”. Quando uno stadio fa sorridere i bambini che soffrono

“Mamma, piovono peluche” dice un bambino abbracciando i propri genitori mentre mostra con fierezza un pupazzo arrivato dal cielo. Perchè, in fondo, soprattutto per i più piccoli basta davvero poco per ritrovare il sorriso, per dare un senso alla giornata, per apprezzare quelle cose apparentemente semplici, ma che in realtà sono tremendamente grandi. I bambini non hanno ben chiara nella mente la concezione di malattia o di morte: a quell’età l’unico pensiero dovrebbe essere quello di divertirsi con gli amici, di andare a scuola, di giocare dalla mattina alla sera in attesa di diventare adulti e vivere le normali problematiche della quotidianità. La vita, però, sa essere crudele, ma fortunatamente il calcio non è solo violenza e divisione come spesso viene dipinto da chi, probabilmente, non ha mai messo piede in uno stadio e si fa condizionare da pregiudizi che cozzano con la realtà dei fatti. E proprio da uno stadio è partito un messaggio d’amore e di speranza rivolto a tutti coloro che stanno combattendo contro un destino infame, ma al quale non bisogna mai rassegnarsi. “Perchè il bene vince sempre sul male”, per usare una frase della splendida lettera scritta da Gianni Novella al “suo” tumore e che ha commosso l’intera città di Salerno.

Quanto raccontiamo oggi è accaduto in Olanda e le immagini hanno rapidamente fatto il giro del web in tutto il mondo. Al diciannovesimo minuto della partita tra le due squadre di Rotterdam, il Feyenoord e l’Excelsior, i tifosi ospiti presenti al De Kuip hanno lanciato al pubblico sottostante centinaia di peluche rinnovando un’iniziativa benefica a favore dell’ospedale pediatrico Sophia Children’s Hospital di Rotterdam. In quel settore c’erano circa 200 bambini malati di cancro o di altre gravissime patologie che la società di casa ospita periodicamente e compatibilmente con le condizioni di salute regalando una giornata di sorrisi, gioia e divertimento. Insieme a loro c’erano le famiglie, i parenti più stretti, ma anche quei medici-eroi che mettono loro a disposizione professionalità e competenza palesando coinvolgimento più umano che professionale. “Perchè chi entra in un reparto di oncologia pediatrica tornerà a casa e non sarà più lo stesso” come disse di recente il dottor Gianluca Francese del club Mai Sola in un convegno organizzato a Fratte per raccogliere fondi da destinare ad una bambina malata di cancro e che, per curarsi, ha bisogno di sostenere spese davvero imponenti. Già nel 2016 accadde una cosa simile: in quel caso furono i tifosi del Den Haag i protagonisti del meraviglioso gesto, con l’arbitro che decise di fermare il gioco per qualche secondo permettendo ai calciatori di ammirare lo spettacolo e trarre insegnamento da quanto stava accadendo sugli spalti. Lo sport deve essere questo, uno strumento per affrontare meglio la vita e per trasmettere un messaggio di speranza a chi è meno fortunato di noi. Dall’Olanda uno spot per tutti, roba da pelle d’oca. E provateci a dire ancora che è “soltanto un pallone che rotola in una rete”…

FONTE FOTO INTERNET

Gaetano Ferraiuolo

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