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Mario Sestili: “Ecco la storia della mia carriera. Sambenedettese e Salernitana le porto nel cuore”

“Per essere calciatori bisogna avere sia qualità fisiche sia mentali. Io non ne avevo neanche una”. E’ Mario Sestili, ex calciatore, che al suo esordio in B fu accostato a Rivera: “La Sambenedettese doveva affrontare il Napoli, una delle squadre più forti della B, infatti poi vinse il campionato. Mi dissero che avrei giocato come centravanti. Io, centravanti? Ma se pochi mesi prima giocavo a casa su una specie di prato con le porte disegnate in mezzo a due alberi. Non ci credevo! La partita andò benissimo. Vincemmo 1 a 0 e mister Eliani mi paragonò a Rivera, il giornale “Stadio” scriveva che alcuni spunti nel primo tempo avevano il sapore di una favola e, trattandosi di un esordiente, nessuno riusciva a capacitarsi che fossero veri”.
A sentire i suo ricordi sull’esordio si penserebbe ad un ragazzo che ha giocato a calcio fin da bambino in squadre di paese, invece Mario Sestili ha un’infanzia non semplice e, in molte circostanze, non vuole nemmeno saperne di giocare con i suoi compagni di scuola: “Mio papà è scomparso quando io ero piccolo. Il mio approccio col calcio vero era passato attraverso un grammofono dove ascoltavamo le imprese del Grande Torino. Poi Superga ci privò di questi campioni. La mia prima maglia da calcio? Quando mi invitarono a giocare in oratorio (foto)”

Anche di quel suo esordio ha ricordi nitidi: “Ero contento, vincemmo. Ma la mia gioia, anche se non avevo partecipato tanto alla gara, era di aver indossato una maglia da calcio vera”.
Di Salerno ci racconta il finale di quel campionato che è rimasto nella storia: “Stagione 1965-1966. A tre giornate dalla fine si giocava Aquila – Salernitana e Trapani – Cosenza. La Salernitana, in trasferta, si ritrova in vantaggio grazie ad un tiro a giro che s’insaccava nell’angolo opposto a quello di tiro. Gli avversari provavano in tutti i modi ad ottenere un rigore buttandosi regolarmente in area. Dopo pochi minuti cinque o sei tifosi scalmanati andarono verso l’arbitro. Ci trovammo nello spogliatoio. Intanto il Cosenza aveva perso a Trapani. Con la vittoria ad Aquila la Salernitana sarebbe passata in testa con due punti di vantaggio. La Federazione riesce a ribaltare i fatti e la partita non ci viene assegnata a tavolino. Si deve ripetere. A Salerno campeggia uno striscione: ‘Nonostante i tiri… Mancini andremo in serie B’ (Mancini era un deputato di origini cosentine ndr). Sono orgoglioso di essere stato uno dei protagonisti di questa vittoria. La partita fu ripetuta. A noi bastava un punto. lo zero a zero bastava per festeggiare. E, nella foto (in copertina) sono insieme a Pierino Prati a festeggiare la promozione”.
Infine un rammarico: “Un giorno un mio allenatore (Oscar Montez) mi disse tu non diventerai mai un campione perchè non hai hai regole e non ascolti nessuno: sarai sempre un campione dilettante”.
Ed in effetti, il suo talento, è rimasto troppo tra i dilettanti e non è arrivato a calcare stadi da serie A, pur avendone mezzi e potenzialità.

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).