Matteo Bolla si racconta: come affrontare lo sport nella vita quotidiana
“Ho iniziato a giocare a pallavolo ai tempi della terza media, dopo brevi parentesi come nuotatore e tennista. Ho militato nel settore giovanile del Cuneo e ho giocato diverse stagioni in serie A. Attualmente milito nel Casarano, squadra di serie B che punta a fare il salto di categoria nel più breve tempo possibile. Sono felice che nel nostro paese la pallavolo sia cresciuta di livello negli ultimi anni, e sono sicuro che abbiamo un ricambio generazionale all’altezza di chi è più avanti con l’età”. Intervenuto ai nostri microfoni Matteo Bolla, pallavolista ligure con un passato in serie A1 e A2, ci racconta della sua passione per questa disciplina.
Sport che purtroppo in Italia necessita di alcuni diritti fondamentali per essere praticato con più serenità: “A volte noi pallavolisti ci sentiamo trattati come oggetti. Difficilmente, se non quasi mai, siamo assistiti da diritti fondamentali che in altri sport sono routine. Alla radice di questo problema c’è il mancato riconoscimento della pallavolo come professionismo: questo fattore induce a non rispettare in determinate situazioni, come gli infortuni, alcuni vincoli contrattuali”.
Alla luce di queste difficoltà non è semplice per un atleta poter vivere lontano da casa per inseguire il sogno della pallavolo: “Io sono stato fortunato perché conoscevo molto bene la zona per via di una mia precedente militanza in salento. Spesso faccio videochiamate con i miei familiari per tenerci aggiornati sulle vicende quotidiane. In certi momenti dell’anno è una situazione molto difficile da sostenere perché senti la mancanza della tua famiglia però allo stesso tempo sei compreso perché credi tanto in te stesso e nello sport che pratichi. Rispetto a qualche anno fa è più difficile giocare vivendo solo di pallavolo, e quello che noi atleti siamo privilegiati a ogni livello è sempre più uno stereotipo perché non abbiamo la sicurezza di una stabilità economica e di vita”.
Sugli allenamenti: “L’atleta è consapevole che la pallavolo è uno sport impegnativo. Dal punto di vista della dieta siamo fortunati: non abbiamo particolari limitazioni e siamo consapevoli di ciò che è sano e ciò che non lo è. Giochiamo il sabato o la domenica, quindi il giovedì e il martedì facciamo una doppia seduta: il mattino sui pesi e il pomeriggio allenamento normale. Ma più in generale ogni giorno si è coinvolti nella preparazione di una gara, e alle sedute di allenamento standard si aggiungono quelle di studio degli avversari”.
Nel futuro di Matteo non ci sono solo soddisfazioni sportive, ma anche tanta serenità: “Per il futuro il mio obiettivo primario è quello di trovare serenità e di riottenere presto la serie A, magari con la casacca del Casarano. Quando ero giovane avevo come esempio Simone Parodi: un esempio di atleta-lavoratore molto umile e determinato che ha trovato anch’esso la sua serenità”.