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MEGLIO RESTARE IN CAMERETTA, ALMENO NESSUNO MI IMPEDISCE DI SOGNARE!

Questo che andate a leggere è un dialogo immaginario ideato da Vito Laudani Galvagno (allenatore) che scrive di cosa succede, spesso, nelle scuole calcio. Narra di un bambino che si rivolge al padre ed esterna tutte le sue perplessità circa il comportamento dell’allenatore e della società. Sembra di leggere il racconto di Leopardi “Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere” dove racconta che la felicità non esiste anche se si spera che l’anno che verrà possa essere migliore di quello che si stava lasciando, ma non vi è certezza che lo sia.
Ora l’allenatore Galvagno vuole far capire cosa possa provare un ragazzo che, pur avendo voglia di giocare, e stare insieme con i suoi amici si ritrova il solito allenatore che pur di emergere, personalmente, riesce a commettere diversi errori che distruggono il sogno di un bambino.
Inoltre, noterete, come il papà sia davvero in difficoltà nel rispondere alla domande di suo figlio.
      
figlio – Papa’ posso farti delle domande?

   padre. – Certo…..

       f. – Perche’ a scuola calcio, l’istruttore mette
             delle regole e poi lui
             le fa rispettare solo ai meno bravi?

       p. – In che senso le fa rispettare ai meno bravi?

       f. – Per esempio, io che non gioco mai, se arrivo
             in ritardo o non mi alleno perche’ non sono
             stato bene o avevo tanti compiti, poi
             alla domenica non mi convoca, invece per
             esempio Colombo, che e’ il piu’ bravo non
             solo lo convoca, ma lo fa giocare!!

       p. – Beh, io veramente……….
      
       f. – Perche’ se e’ una scuola, c’e’ chi gioca
             sempre e chi non gioca mai quasi?

       p. – Si, beh e’ vero, ma……….

       f. – Perche’ tu devi pagare se poi io che sono
             uno dei meno bravi non ho mai la possibilita’
             di divertirmi come gli altri? la mia maestra
             non si comporta cosi’, se uno e’ piu’ indietro
             di altri, non lo isola, anzi………
Io penso che una scuola, se e’ una scuola vera, debba
             aiutare tutti, e non solo perche’ tutti pagano per quello, ma
             perche’ c’e’ scritto nella carta dei diritti dei
             bambini!

       p. – Beh, si in effetti, pero’ vedi……..

       f. – Perche’ se poi io me ne voglio andare ti
             chiedono i soldi??

       p. – Beh quello e’ il premio preparazione e
             dunque……….
       f. – Premio preparazione? ma io non ho quasi mai
             giocato e sinceramente io non mi vedo
             migliorato, allora perche’ non mi
             fanno giocare, ma se poi io trovo un
             squadra che mi vuole,
             perche’ loro vogliono i soldi??
       p. – Beh non saprei……….

       f. – Ti ricordi? anche per avere il nulla osta ti
             hanno poi chiesto i soldi!

       p. – …………………………………………….

       f. – Perche’ il figlio del dirigente che e’ meno
             bravo di me gioca sempre? addirittura e’
             andato a fare un provino, come mai non e’
             andato Colombo che e’ il piu’ bravo??
       p. – ……………………………………………..

       f. – Perche’ papa’ il mio istruttore, mi offende?
             io lo so’ di non essere  molto bravo, ma lui mi
             dice che devo cambiare sport, che sono un
             problema per lui, perche’ invece, non mi
             aiuta a migliorare? io non voglio cambiare
             sport, a me piace il calcio, anche se non
             diventero’ mai un campione, ma io voglio
             divertirmi, insieme ai miei amici, ma lui dice
             che sono un problema, io mi sento umiliato!!

       p. – ……………………………………………..

       f. – Perche’ in partita dice ai miei compagni di
             passare sempre la palla? gli dice sempre di
             giocare semplice, di fare cose facili, ma noi
             abbiamo 7 anni, e fare cose difficili non e’
             facile, ma penso che lui ci debba lasciare
             liberi, di fare, lui ci dice sempre
             che il risultati non contano, allora perche’
             urla? e si arrabbia se uno di noi fa un colpo
             di tacco, o non passa la palla? e se non fa
             quello che gli dice, lo cambia e gli dice che
             non lo fara’ piu’ giocare!

       p. – ………………………………………………
    

       f. – Papa’, ma e’ vero che ci sono societa’, o
             dirigenti o addirittura istruttori, che
             prendono soldi dai genitori, e per quello
             poi devono giocare? a me non sembra una
             cosa bella, ne da parte di chi paga ne da parte di chi prende i soldi,
             non e’ cosi’?
p. Si!

       p. – Forse papa’, ha ragione il mio istruttore, e’
             meglio che cambio sport ma forse, anche
             negli altri sport e’ cosi’? speriamo di no,
             perche’ a quel punto devo restare chiuso in
             cameretta, almeno li nessuno mi impedisce di
             sognare!
             Ultima domanda, perche’ dice che il
             problema dello sport in generale, ma
             soprattutto nel calcio siete, voi genitori?
  
       p. – Me lo chiedo anch’io,………adesso!!

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