“Un atleta deve esprimere in campo le proprie qualità”. Apparire non è il suo forte, ma volontà, sacrificio e passione hanno accompagnato la sua storia di atleta, prima, e di allenatore poi.
E’ Monica Memoli che ci racconta la sua storia e i suoi successi: “la mia squadra, il Picentia Badminton club è stata la prima squadra del sud a disputare un campionato di serie A”.

Come nasce la passione per questo sport?

“Nata per caso. Avevo 8 o 9 anni ed un ragazzo dell’Oratorio che frequentavo dopo una sua passeggiata in Germania portò le racchette e ci fece giocare. Da quì è nata la mia passione e poi, siccome a Salerno non avevamo nessuna squadra, a 13 anni il sabato mi mettevo in treno da sola ed andavo a Roma ad allenarmi. Quel centro era anche il ritrovo della Nazionale ed allora l’allenatore della selezione azzurra volle che io andassi ad esercitarmi ogni fine settimana”.

I sacrifici spesso diventano gratificazioni, infatti, “Nel giro di tre anni sono riuscita ad essere convocata in Nazionale e sono rimasta in azzurro fino ai 22 anni. In questo tempo ho sfiorato la partecipazione alle Olimpiadi di Atalanta. Ero nella lista delle probabili convocate e, nel frattempo, ho partecipato alle qualificazioni”.

La mancata convocazione è un boccone amaro che non viene digerito completamente: “Ho lasciato la Nazionale e mi sono diplomata all’ISEFF ed ho cominciato ad allenare creando una società tutta mia cercando di diffondere questo sport”.

Nel frattempo però non molla e tira avanti per la sua strada: “Ho vinto 14 titoli italiani ed ora la mia soddisfazione è quella di poter far conoscere questo sport e trovare gratificazione nel vedere dei miei allievi giocare in massima serie”.

La sua sfida?

“Ora vorrei creare una squadra parolimpica e sto già allenando un atleta come Gerardo Acito”.