Nazionale sacerdoti, parla il presidente: “Il calcio per avvicinare i giovani”
Chi lo ha detto che la vita di un prete debba essere confinata all’interno di una Chiesa? La storia che raccontiamo oggi è davvero interessante e consente di dare importanza ad una bella iniziativa nata al Nord Italia, ma che si sta espandendo a livello europeo con risultati probabilmente insperati all’inizio di questa avventura. La Nazionale Italiana Sacerdoti, guidata dal mister Don Antonio Bislenghi, si accinge a vivere un 2019 da protagonista in giro per lo Stivale: Marche, Lazio e Puglia si preparano ad ospitare competizioni che richiameranno sugli spalti un gran numero di appassionati e di curiosi, ma anche Salerno potrebbe essere tappa gradita grazie all’interessamento dell’ex terzino sinistro granata Federico Rizzi. La nostra redazione ha contattato telefonicamente il presidente e responsabile Jordan Coraglia che ha dichiarato quanto segue:
Come nasce questa vostra squadra di calcio?
“L’anno di fondazione è il 2016, siamo ufficialmente una realtà dilettantistica affiliata al comitato sportivo di Brescia. L’obiettivo era duplice: vivere appieno la nostra passione per il calcio anche come valvola di sfogo e far capire ai giovani che un sacerdote non è soltanto un uomo che dice la Messa, va in pellegrinaggio o resta chiuso in una Chiesa, ma è una persona come tutte le altre che ha bisogno di fare aggregazione attraverso attività ludiche e coinvolgenti. Il mondo giovanile deve riavvicinarsi a certi valori e noi stiamo portando avanti questo progetto con il massimo entusiasmo e con le ambizioni giuste. Vorrei sottolineare che la nostra Nazionale, ogni anno, sposa un’iniziativa benefica: non chiediamo soldi, ma ognuno di noi ha la possibilità di fare una donazione spontanea. Sono nati diversi gemellaggi con associazioni che operano nel sociale, di recente abbiamo destinato 8000 euro alla ONLUS “ABE” che si occupa di bambini afflitti da malattie ematologiche e oncologiche. Tutto fatto alla luce del sole e con la massima trasparenza: sulle nostre pagine social rendicontiamo quanto raccolto e documentiamo la consegna dei soldi, è necessario per far capire a tutti lo spirito che è alla base di questa avventura in una società che spesso vede persone poco serie spacciarsi per sacerdoti per scopi personali”
Quanti eventi ci sono durante l’anno e quanta gente ha aderito all’iniziativa?
“Al momento siamo una trentina, chiaramente non è sempre semplice e possibile avere tutti i tesserati ai vari raduni o alle manifestazioni perchè abbiamo una vita ricca di impegni. La manifestazione più importante è rappresentata dagli Europei, è un’occasione di confronto e di ritrovo con realtà di caratura internazionale. Il mister è Don Antonio Bislenghi di Cremona, io sono il presidente. Al momento la maggior parte delle gare le abbiamo giocate al Nord, ma siamo felici di annunciare la partecipazione a tornei che si terranno in Puglia, nelle Marche e a Roma. Per coinvolgere i giovani e far conoscere chi siamo è necessario girare quanto più possibile l’Italia, in questo modo anche le raccolte benefiche possono essere più consistenti”
Solo giocatori o anche tifosi di qualche squadra?
“Il calcio piace, c’è poco da fare. Lo sfottò è all’ordine del giorno, siamo tutti tifosi di qualche squadra. C’è chi segue il Chievoverona, chi l’Atalanta. Non mancano gli appassionati di Napoli e Brescia, tifoseria gemellata con la Salernitana. A tal proposito volevo ringraziare Federico Rizzi, ex granata che ricorda la tifoseria e la città con grande affetto. Ci sentiamo telefonicamente con una certa costanza, organizziamo pellegrinaggi e varie iniziative religiose. Sta pensando di farci giocare una partita proprio a Salerno, chissà che non possa essere una delle tappe di un 2019 ricco di impegni e che testimonia la nostra volontà di crescere tanto. Divertendoci, aggregando, ma soprattutto aiutando le persone meno fortunate”