Le do la perfida Albione dieci caffè contro uno! I-TA-LIA! I-TA-LIA!”
Chi non ricorda questa citazione, che unisce cinema e calcio in un connubio quasi inimitabile?
Come nel film Il secondo tragico Fantozzi (1976, regia di Luciano Salce) Inghilterra e Italia, tra qualche giorno, si sfideranno a Wembley, per la finale del campionato europeo delle nazioni 2020, il primo disputatosi in un anno dispari a causa degli eventi che tutti conosciamo.
LO HA DETTO FANTOZZI – “Il ragioniere ci aveva preso!” in rete lo hanno sottolineato in parecchi, riprendendo appunto citazioni relative a Fantozzi.
Vero, non si tratta dello stesso stadio (il vecchio Wembley è stato sostituito da un nuovo impianto) e non si tratta – logicamente – della stessa partita. Tuttavia, non è “solamente” una trovata cinematografica.
La filmografia fantozziana, infatti, contiene numerosissime citazioni calcistico – sportive.
In questo caso – giova ricordare che il film è stato girato nel 1976 – si tratta di una partita che è stata effettivamente giocata nella realtà. Parliamo di Inghilterra – Italia, gara amichevole giocatasi a Wembley il 14 novembre 1973. Quella partita è passata alla storia in quanto è stata la prima vittoria azzurra in terra inglese. A decidere il match fu un goal di Fabio Capello, per lo 0 a 1 finale.
Nella realtà si è trattato di una – seppur di lusso – gara amichevole… nella finzione cinematografica il match era valevole per le qualificazioni alla coppa del mondo.
LA CORAZZATA POTEMKIN – Povero ragioniere, costretto all’ennesimo cineforum aziendale (La corazzata “Kotiomkin”, titolo ovviamente rivisitato ma è chiaro il riferimento a La Corazzata Potemkin) nel giorno della partita! Il “NO” urlato quando la Pina gli dice che al telefono era il collega Filini, il quale riporta l’ordine di convocazione al cineforum, è da annali della storia del cinema.
E il potentissimo professor Guidobaldo Maria Riccardelli, fanatico del cinema d’arte, si becca un sonoro sganassone (un vero e proprio destro degno del miglior pugile) da Fantozzi, che dà inizio alla ribellione degli impiegati. Perché non si può togliere il calcio, non il calcio! Togli il calcio e le persone si ribelleranno…
VERSO LA FINALE – Quarantacinque anni dopo, non sabato 18 (di quale mese, chi lo sa) ma domenica 11 luglio (a proposito, ci ricorda qualcosa?), tra l’altro 4 anni e 8 giorni dopo la dipartita del grande Paolo Villaggio, andrà in scena la finale tra “la perfida Albione” e gli azzurri di Roberto Mancini.
Albione era l’antico nome della Gran Bretagna e pare che l’espressione “Perfida Albione” sia stata coniata in Francia alla fine del Settecento e che indicasse la spregiudicatezza degli inglesi in politica. Probabilmente l’etimologia dell’espressione va ricercata anche nella storica rivalità tra i due paesi.
Per l’Italia si tratta della quarta finale del campionato europeo, la terza nelle ultime sei edizioni. Incrociamo le dita e facciamo tutti i riti del caso: l’unico trionfo azzurro è datato 1968… la fase finale degli Europei, quell’anno, si giocò in Italia. Ci toccò affrontare due volte la Jugoslavia (la prima partita si chiuse sull’1 a 1 e non esistevano i calci di rigore) per vincere il titolo continentale (il secondo match si chiuse sul 2 a 0).
I ricordi più recenti sono invece più amari (e speriamo che restino ricordi): nel 2000 gli azzurri persero “grazie” al golden goal per 2 a 1 contro la Francia (al 90′ eravamo in vantaggio per 1 a 0) mentre nel 2012 la Spagna si impose per 4 a 0, mostrando una netta superiorità.
EUROPEI ITINERANTI – Per i primi Europei itineranti della storia, iniziati a Roma con Italia-Turchia, la finale (già in programma a Londra) non poteva che essere contro l’Inghilterra. Pare che gli dei del calcio abbiano il senso dell’umorismo. Freddamente, si potrebbe aggiungere “inglese”… e lo facciamo scaramanticamente.
VINCITORI MORALI – Senza voler fare retorica (e si rischia di fare retorica comunque solo scrivendo “Senza voler fare retorica”)… i vincitori morali del torneo, a nostro modesto avviso, sono la Spagna e la Danimarca. Al di là della rivalità, complimenti alle furie rosse per una semifinale comunque giocata meglio rispetto agli azzurri e complimenti a Luis Enrique, senza aggiungere altro sulla sua drammatica storia personale. A livello sportivo, ci sentiamo di dire che ha avuto coraggio a dichiarare il suo tifo per gli azzurri in occasione della finale (e ci fa anche piacere). Complimenti alla Danimarca, capace di superare un dramma sfiorato (che l’ha privata del suo calciatore tecnicamente migliore) e di sfiorare la finale… che forse avrebbe meritato. In bocca al lupo, Cristian Eriksen.
GRAZIE AZZURRI – Tuttavia, comunque vada, non possiamo non complimentarci con Roberto Mancini (autore di un lavoro più che egregio) e la truppa degli azzurri. Non solo gli azzurri che si contenderanno con gli inglesi il titolo continentale tra qualche giorno, non solo gli azzurri della spedizione Euro 2020… bensì tutti quelli che sono stati coinvolti da commissario tecnico dall’inizio della sua avventura sulla panchina della nazionale italiana. Vero, in semifinale ha giocato meglio la Spagna… ma l’Italia ha avuto il merito di resistere alla superiorità tecnica e fisica degli iberici e di rimanere fredda sul dischetto. Sommando tutto, gli azzurri hanno meritato questa finale… e siamo certi che disputeranno una grande partita, per ottenere la vittoria finale. FORZA AZZURRI!
Marco De Simone