Non solo calcio: “Colosseo granata” anche al fianco della Virtus Arechi Salerno
Ogni promessa è debito. Non capita tutti i giorni che un tifoso di calcio riesca ad avere lo stesso trasporto per una gara di basket, ma, quando si tratta della squadra della propria città, “al cuor non si comanda”. Salvatore Caldarelli e i soci di “Colosseo Granata”, club organizzato costituito da amici salernitani trapiantati a Roma da anni e animato dalla passione per la Salernitana, hanno rispettato la parola data ai nastri di partenza della stagione sportiva di basket, assistendo alla gara esterna disputata dalla Virtus Arechi Salerno nella Capitale contro la Luiss Roma, valevole per il campionato di serie B.
La gara non ha arriso ai colori della società campana, rimasta, però, piacevolmente impressionata dal caloroso sostegno che non è stato fatto mancare loro in questa trasferta da un gruppo di ragazzi che, indissolubilmente legato alla propria città da un amore viscerale, ha saputo reinventarsi nel ruolo di tifosi cestisti, esprimendo il proprio supporto passionale ad una squadra che sicuramente non ha lo stesso seguito né la copertura mediatica della Salernitana, massima espressione cittadina a livello sportivo. Questa bella iniziativa si è aggiunta, così, ad altre promosse in passato dal club capitolino, capace di mettersi in luce nel panorama del tifo organizzato granata per la sua passione e genuinità, nonché, come accaduto stavolta con la Virtus Arechi, per la particolare attenzione rivolta alle vicende sportive degli altri sodalizi cittadini. Una pagina da “Il Bello dello Sport”.
Salvatore Caldarelli si è, inoltre, concesso ai nostri microfoni per rilasciare una breve dichiarazione: “Ha fatto un certo effetto sentire in un palazzetto romano l’accento della nostra città. Il clima non è stato idilliaco, siamo stati beccati per lo striscione da un paio di tifosi che hanno anche insultato tanto la nostra squadra. In campo, la Virtus Salerno ha disputato metà partita di buon livello, trascinata dai canestri da tre punti ad opera di Cucco e dalla tenacia del bravo Sorrentino. Nella ripresa, la squadra è parsa più nervosa ed ha dovuto soccombere, non sorretta né dalla buona sorte né dall’arbitraggio. Dopo rugby e pallamano, il nostro club si è distinto per essersi confrontato con l’universo del basket. Abbiamo anche omaggiato mister Paternoster di un nostro berretto: spero lo indosserà presto”.