O Capitano! Mio Capitano! Salerno saluta Antonella Coppola
Quando il capitano passa la palla al futuro. Mai titolo di un nostro articolo è stato così premonitore. Un bel modo per dire addio alla sua città, alla sua squadra, alla sua palestra.
Lei era piccina quando vinse, insieme a tanti mostri sacri della pallamano, il suo primo scudetto e il primo in assoluto per la città di Salerno.
I due simboli della pallamano si sono incontrati, quasi per caso, pochi giorni fa (nella foto di copertina). Benkovic che portò Salerno alla vittoria era la “mamma chioccia” di quella giovane e ambiziosa ragazzina che faceva a gomitate pur di ritagliarsi qualche minuto a discapito di cotanti campioni.
Come si poteva pensare di non vederla protagonista nella sua città?
Nella finale scudetto ha siglato dieci reti ed ha suggellato con una prestazione da incorniciare il suo addio.
Cosa le riserverà il futuro?
Intanto una citazione di una poesia di Whitman.
O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato,
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
occhi seguono l’invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! Cuore! Cuore!
Ma sul ponte niente sangue. Il capitano non è morto, anzi è pronto a rialzarsi per restare, per sempre, uno dei simboli della pallamano salernitana in rosa.
Quando il capitano “passa la palla” al futuro. La storia di Antonella Coppola