Occhi bendati e lodevole iniziativa dell’Entella per l’Associazione Ciechi. Paroni: “Siamo privilegiati, è un dovere aiutare chi soffre”
In un momento particolarmente drammatico per il calcio italiano, diviso tra la crisi della Nazionale, il fallimento di molte società prestigiose e la telenovela della serie B, un’iniziativa del genere riconcilia con i veri valori dello sport e permette a tantissimi appassionati di apprendere un messaggio educativo e da diffondere a livello nazionale affinché possa diventare un esempio. Sarà pure una piazza piccola e nemmeno lontanamente paragonabile, per bacino d’utenza, a tante altre della cadetteria e della stessa Lega Pro, ma a Chiavari da anni si è creato un clima familiare tra calciatori, società, tifoseria e cittadinanza sfociato sovente in manifestazioni a sfondo benefico e di grandi contenuti culturali e sociali. Ha riscosso grande successo la cena al buio organizzata dall’Entella Club “Mondo Piccolo-Andrea Paroni” in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. I partecipanti (tra cui una rappresentanza della prima squadra biancoceleste) si sono potuti immedesimare per qualche ora nella vita delle persone che soffrono per questa grave disabilità: simbolica, ma significativa la scelta di trascorrere del tempo insieme a loro in un’atmosfera di sincera commozione con gli occhi interamente bendati e con una persona “sana” al fianco in veste di assistente. Sui social Andrea Paroni, portiere veterano della Virtus e simbolo della squadra e della curva Sud, ha espresso tutta la propria soddisfazione e, ai microfoni del Bellodellosport, ha rilasciato dichiarazioni che denotano sensibilità e grande senso del dovere. Coraggiose anche alcune tematiche trattate nell’intervista che vi proponiamo:
Partiamo da questa splendida iniziativa…
“Anzitutto posso dire che un primo scopo è stato già raggiunto. Il fatto che la notizia sia arrivata anche lì in Campania, a centinaia di chilometri di distanza, fa capire che le azioni fatte con il cuore non passano inosservate e che ci sono le basi per ripartire attraverso messaggi di speranza. Sono all’Entella da 11 anni e mi è stato dedicato un club che, da sempre, sposa ogni tipo di iniziativa benefica alla quale partecipiamo senza esitazione. C’è stata questa cena che ci ha permesso non solo di raccogliere dei fondi per le persone bisognose, ma anche di immedesimarci nel dramma di chi non è vedente e conduce un’esistenza ricca di difficoltà. Abbiamo capito quanto siamo fortunati: per noi bere un bicchiere d’acqua, allacciarci il bottone della camicia o tagliare una fetta di pizza è un qualcosa di naturale è scontato, la realtà insegna che invece c’è chi ha sempre bisogno di un accompagnatore anche solo per stendersi su un letto o consumare il pranzo. L’evento è durato un paio d’ore, tutti siamo tornati a casa fortemente arricchiti e profondamente toccati nell’animo. Ringrazio tutti coloro che hanno aderito e che hanno pensato anche a me: c’è troppa distanza tra due mondi che invece devono camminare assieme perchè non esistono persone di serie A o di serie B”
In questo momento difficile per il calcio italiano è senza dubbio una manifestazione che aiuta anche i tifosi a riavvicinarsi…
“Sicuramente sì, anche se dovrebbe essere una normalità. Noi “sfruttiamo” soltanto la maggiore visibilità mediatica e speriamo, attraverso articoli e social, di lanciare un messaggio educativo rivolto ai giovani e a coloro che si sentono coinvolti emotivamente dai problemi solo quando vengono toccati in prima persona. Sbagliando! Come ho detto prima è stato bellissimo vedere due mondi apparentemente diversi confrontarsi con straordinaria normalità. L’Entella e i suoi tifosi, approfittando di questa sosta forzata, hanno deciso di dedicare il tempo libero non solo agli allenamenti e alla vita privata, ma anche e soprattutto a chi è meno fortunato di noi”
Quanto aiuta vivere una realtà formato famiglia come quella di Chiavari? Meno pressioni, meno passione, ma tanta umanità e calore…
“Il tipo di ambiente certamente favorisce la nascita di un clima familiare che coinvolge ogni singola componente. Stiamo parlando di una città di 27mila abitanti, è più semplice per noi calciatori e addetti ai lavori instaurare rapporti con i tifosi e con la gente comune che, spesso, ci chiede di aderire a manifestazioni benefiche. Anche la nostra società è sempre molto attenta e non si è mai tirata indietro. Al di là dei risultati sportivi, che pure sono stati importanti e positivi in questi anni, un punto cardine del progetto della Virtus è proprio la beneficenza. Chi gioca qui per un solo anno forse non riesce ad avere lo stesso trasporto emotivo che ho io, tesserato per i biancocelesti da 11 anni e fiero di essere considerato un punto di riferimento dentro e fuori dal campo per la gente e per i compagni. E’ una sorta di isola felice che permette di lavorare, ma soprattutto di vivere bene e circondati da valori sani. Siamo giocatori di calcio, quindi dei privilegiati. La nostra fortuna va messa al servizio degli altri”
Molte associazioni nazionali a breve avvieranno un progetto che coinvolgerà le società professionistiche di calcio affinché si tocchino temi quali omosessualità, razzismo e violenza sulle donne. Lo sport è pronto ad abbattere anche questi tabù o sono argomenti troppo delicati?
“A me sembra assurdo che nel 2018 siano ancora necessarie iniziative per parlare di ciò che è ovvio. Mi pare incredibile che un calciatore debba avere paura di scendere in campo soltanto perchè ha un colore della pelle diverso dall’altro o se ha gusti sessuali diversi. Perchè un calciatore dovrebbe essere fischiato soltanto perchè omosessuale? La mia speranza è che questi tabù, nel nostro mondo, siano stati distrutti definitivamente e che anche quei pochi idioti che hanno mostrato intolleranza e inciviltà su queste tematiche abbiano imparato che tutti meritano lo stesso rispetto e che lo sport deve essere aggregazione e non divisione. Per quanto mi riguarda ben venga che associazioni di solidarietà indicano iniziative di questo genere. Personalmente non avrei alcun tipo di problema ad avere in squadra un compagno gay o di colore: non serve nessun tipo di coraggio o di cultura per convivere con ciò che reputiamo diverso e lontano da noi, ma che merita il medesimo rispetto e grande considerazione”
Una battuta al volo sull’Entella. Serie B o serie C?
“Siamo fermi da un mese. Naturalmente speriamo possa essere serie B, ma a prescindere da tutto vorrei che questa storia finisse una volta e per tutte”
Complimenti per la tua sensibilità e… ci vediamo a Salerno?
“Beh, speriamo! Un in bocca a lupo anche a voi. Una grande piazza”