Offese all’arbitro, il presidente ritira la squadra: “Serve un segnale”
In un momento particolarmente difficile per gli arbitri italiani, spesso costretti a lasciare i campi tra insulti, minacce ed aggressioni fisiche e verbali, un grandissimo messaggio arriva dall’Emilia Romagna. A lanciarlo è il presidente della formazione Allievi del Bo.Ca che, al termine della gara contro la Libertas Ghepard, ha inteso ritirare la squadra dal campionato per l’atteggiamento irriguardoso assunto dai tesserati nei confronti del direttore di gara, incappato in una giornata negativa anche a causa dell’inesperienza dettata dalla giovane età. Ai nostri taccuini è intervenuto patron Robert Curia che ha colto l’occasione per ringraziare tutte le autorità del mondo politico e sportivo che, in queste ore, gli hanno manifestato solidarietà.
Presidente, un gesto molto coraggioso…
“Anzitutto mi preme sottolineare una cosa: non è stato un provvedimento punitivo nei confronti dei ragazzi che sono stati espulsi. Proprio ora ho finito di parlare al telefono con alcuni genitori e ho specificato che la mia scelta intendeva rappresentare un messaggio educativo per tutti. Già un anno fa ci furono episodi che non mi erano piaciuti e, negli spogliatoi, promisi che avrei ritirato la squadra se non avessimo mantenuto un comportamento corretto. Purtroppo è accaduto, a tre giornate dalla fine del campionato ho ritenuto opportuno mandare tutti a casa senza acuire questo clima di tensione che si era creato. Mi ha meravigliato il clamore nazionale per questa vicenda, mi auguro possa essere l’occasione per una riflessione a 360° da parte di tutti”
Ha detto di aver ricevuto molte chiamate. Tutti d’accordo con la sua scelta o qualcuno ha provato a farle cambiare idea?
“Fino a questo momento ho riscontrato sostegno e incoraggiamenti, del resto devono essere i più grandi a dare l’esempio anche attraverso prese di posizione forti e che, ripeto, non mirano a punire il singolo, ma a far riflettere tutti. Mi hanno fatto anche una proposta che mi sembrava interessante: mandare i nostri tesserati ad arbitrare partite tra bambini per far capire loro quanto sia difficile svolgere quel ruolo e prendere decisioni in pochi secondi. Sinceramente, però, non mi va di andare oltre quello che è il mio compito. Sto trascorrendo le mie giornate al telefono, sono dispiaciuto perchè non sempre la gente comprende quanti sacrifici si facciano per portare avanti un progetto a livello giovanile e, superato un certo limite, preferisci fermarti per un po'”.
Cosa ha detto ai calciatori che hanno sbagliato nei confronti dell’arbitro?
“Li ho invitati alla riflessione. Durante la partita abbiamo colpito tre pali e sbagliato dei gol anche abbastanza semplici. Come capita all’attaccante di calciare fuori, allo stesso modo un arbitro giovanissimo può incappare in una giornata storta e non vedere anche tre calci di rigore. Mi sono recato nello spogliatoio per scusarmi e per fargli capire che era stato un momento di nervosismo generale. La nostra società tiene moltissimo all’educazione e al rispetto”
Arbitri spesso nel mirino, purtroppo su altri campi si sono verificati episodi ancora più gravi…
“Esatto, ho assunto questa decisione anche perchè volevo prevenire situazioni ancora peggiori in futuro. Si leggono con frequenza notizie di cronaca che parlano di arbitri aggrediti fisicamente. Condanno fortemente quanto accaduto, ma sottolineo altresì che non si è andati oltre qualche parola fuori luogo. I calciatori espulsi, tra l’altro, hanno indossato la fascia di capitano in passato e sono molto educati. Come società, però, non potevamo fare diversamente. Il mio auspicio è che le autorità anche politiche riconoscano maggiormente quanto facciamo per i giovani a livello sociale e tutelino i quartieri e le società serie investendo in strutture e collaborando maggiormente con gli addetti ai lavori”
Gli arbitri, soprattutto a questi livelli, sembrano spesso degli “uomini soli”. C’è qualcosa che si può fare per migliorare una situazione che sembra irrisolvibile?
“Non sta a me dirlo, da addetto ai lavori credo che sarebbe opportuno che facessero esperienza nei campionati senza classifica prima di arrivare a livelli più alti. Le società possono tutelarli predisponendo un servizio di ordine pubblico efficiente e pronto eventualmente ad intervenire, ma nessuno può prevedere una reazione sconsiderata di un singolo calciatore che, nell’enfasi della partita, perde le staffe e va oltre. Noi un piccolo messaggio lo abbiamo lanciato e sta facendo più rumore di quanto fosse nelle nostre intenzioni. Vedremo in futuro cosa accadrà”