Offside/Footballization, diritti umani e calcio in un campo profughi
MILANO – Footballization è la seconda pellicola trasmessa ieri durante la terza edizione di Offside, Film Festival Internazionale del calcio, quest’anno interamente in streaming a causa delle restrizioni anti-Covid.
Il film-documentario, con la regia di Furiassi e Agostini, racconta come il calcio diventi uno strumento di integrazione e di riscatto nel campo profughi palestinese di Bourj El-Barajneh, periferia a sud di Beirut, un’area di un chilometro quadrato abitata da oltre 45 mila profughi. Qui un gruppo di ragazzi segue l’eliminazione della nazionale italiana dai mondiali 2018, ad opera della Svezia. Tra questi ragazzi c’è Stefano Fogliata, giovane ricercatore di Rovato, in provincia di Brescia, voce narrante del film, finito proprio in quel campo profughi per la sua ricerca universitaria. Patito di calcio, del Brescia e di Roberto Baggio, Stefano entra nell’Al Aqsa, la più importante squadra palestinese.
Stefano, così, riesce ad incontrare giocatori e dirigenti di squadre libanesi, come Jamal Al-Khatib che ammette come i cittadini palestinesi possono accedere in squadre libanesi solo in quote minime.
Il film è anche la storia di tanti giocatori che hanno un sogno, ossia quella di tornare a casa. E’ la storia di ragazzi come Louay, Rami e Yazan che non sanno quale sia la strada del ritorno a casa né come tornarci.