La P2P GIVOVA capitola in tre set ad Orvieto, nella nona giornata di andata del campionato nazionale di serie A2 femminile di volley. Nei primi due set, la squadra di Castillo è troppo brutta per essere vera: le umbre si impongono con passivi larghi, per 25-13 e 25-14. La reazione di Baronissi arriva nel terzo set: Quarchioni mette giù palloni di speranza, le squadre arrivano all’epilogo dei vantaggi ma Orvieto mette la freccia in partita (33-31) e in classica, scavalcando la P2P che ora è terzultima a quota 8 con Olbia e Perugia. Domenica 26 novembre, alle ore 17, affronterà la forte Chieri al Palasemprefarmarcia.it ma “prima c’è da guardarsi in faccia – dice coach Castillo – perché ciascuno si assuma responsabilità”.
A fine gara il tecnico della P2P GIVOVA è molto amareggiato. “Non siamo scesi in campo ed è la seconda volta consecutiva che accade – commenta Castillo – Chi vince gioisce e chi perde spiega. Ognuno deve riflettere sul proprio contributo e tutti insieme dobbiamo sterzare, in campo. La società non ci fa mancare nulla, ma proprio nulla. E’ solo colpa nostra ed io da allenatore non sono abituato a fare lo scaricabarile sulla squadra, ci metto la faccia e mi prendo le responsabilità. Era uno scontro diretto e lo indicava la classifica: Orvieto era un punto sotto e ci siamo fatti superare, abbiamo sbagliato partita. Bisogna guardarsi in faccia e rivedere tutto con la società”.
“Accadrà – prosegue il presidente della P2P GIVOVA Franco Montuori – incontrerò le atlete e incontrerò lo staff tecnico. La società ha poco da rimproverarsi, al termine di queste due brutte partite nelle quali la P2P non è pervenuta. La struttura societaria sta facendo tutti i passi possibili ma ha anche il dovere di intervenire. Per due set la testa è stata altrove e non me lo spiego, soprattutto perché mi attendevo dalla squadra una reazione veemente, dopo aver giocato male, anzi dopo aver non giocato già la partita casalinga contro Collegno. Nel terzo set di Orvieto la squadra ha cercato di risollevare le sorti del match ma mi sia consentito di dire che era il minimo possibile, in una serata scialba, opaca, che non trova giustificazioni”.