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IL PAPÀ DI SAMUELE AL BDS: “I CALCIATORI SONO STATI UNA SECONDA FAMIGLIA”

Abbiamo contattato il papà di Samuele il piccolo che nella rifinitura prima della gara contro la Virtus Entella aveva fatto “irruzione” nel ritiro dei granata. Per rompere il ghiaccio auguriamo ad Antonio Imparato che il suo piccolo possa superare presto la malattia: “Lo speriamo anche noi”, giustamente perché l’amore per i figli non si può descrivere con un semplice aggettivo.
Poi aggiunge: “La cosa a cui tengo di più a far risaltare all’opinione pubblica non è la storia di mio figlio, ma il cuore che ci hanno messo i giocatori e l’amore della società ad accogliere e far sentire a casa sua Samuele”.
Le sue sensazioni: “Credimi il comportamento che loro hanno avuto non era di circostanza. Ogni gesto e parola dette al mio bambino, a me o a mia moglie, ci ha dato la sensazione di parlare con un familiare. Non so se altre società o squadre di calcio a tutti i livelli si sarebbero comportati allo stesso modo. Dopo la rifinitura dell’allenamento essere inaspettatamente invitati a pranzo con tutta la squadra da parte del ds Fabiani, che non ammetteva un nostro eventuale rifiuto, è stato un gesto da incorniciare”.
Quello che è stato fatto dunque ha un valore doppio, secondo lei?
“il tutto si è svolto in un clima familiare e senza giornalisti o di chicchessia che potesse pubblicizzare o strumentalizzare il tutto. Questo è avere cuore e rispetto per le persone che amano come me e mio figlio questa squadra questo sport e la città di Salerno”.

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).