“Pensaci… l’arbitro potrebbe essere tuo figlio”: lo slogan del Camisano
“Sono diversi i ruoli che fanno crescere un sport. L’arbitraggio è solo uno di quelli e, inoltre, senza di loro non si potrebbe neanche giocare”.
E’ il coach della Pallamano Camisano, Dragan Rajic, che sponsorizza questo modo di pensare che, a suo dire, “deve essere lo stesso in qualsiasi sport”.
Com’è nata la voglia di voler segnalare questo modo di pensare?
“Lo slogan, “Pensaci… l’arbitro potrebbe essere tuo figlio” è esposto nel palazzetto dove ci alleniamo. Farmi questa foto? Mi è venuto spontaneo”.
Coach Dragan Rajic è da molti anni in Italia e fotografa la situazione di questo sport (ma non solo): “Ho visto e conosco i tanti problemi della pallamano italiana. Ci sono problemi di strutture, attrezzi, professionismo, che a mio avviso non esiste e, addirittura, certe volte è un problema poter avere dei buoni palloni per giocare”.
Allora l’esperto allenatore Rajic cosa consiglia?
“Se davvero vogliamo una pallamano migliore bisogna puntare molto sull’aumento dei tesserati, soprattutto nelle categorie under 17 e under 19, bisogna aumentare anche il numero di arbitri. Essere arbitro in Italia non è una cosa che stimola gli ex giocatori a farlo e, a mio avviso, sarebbe molto importante che gli arbitri li potessero fare giocatori che si sono cimentati ad un certo livello. Probabilmente, un’adesione di tale spessore, potrebbe stimolare anche i più giovani ad avvicinarsi all’arbitraggio”.
Ma l’atteggiamento del pubblico, dei dirigenti e dei giocatori potrebbe influire, in qualche modo, nella scelta di non voler intraprendere questa carriera?
“Bisogna cambiare la cultura del comportamento e sin da piccoli noi allenatori siamo i primi che possiamo spiegare, già nel settore giovanile, che i due arbitri in campo vogliono divertirsi anche loro. Io provo a trasmettere ai miei giocatori, dirigenti di migliorare il nostro comportamento, che non dobbiamo perdere la concentrazione in campo e cercare, nello stesso tempo di correggere gli errori arbitrali durante il gioco. ho sempre detto a tuti i miei giocatori che tutti noi siamo capaci di sbagliare. Del resto è umano. Del resto non ho mai visto un arbitro commentare o ridere quando un giocatore sbaglia un contropiede o un rigore”.
Cosa manca agli arbitri italiani?
“A livello giovanile sarebbe molto importante avere arbitri che sentono il dinamismo della pallamano e mi riferisco ai passi, ai falli di sfondamento, alla segnalazione di un passivo. Voglio credere, anzi sono sicuro, che a quei livelli nessuno fa sbagli perché vuole avvantaggiare una squadra giovanile anche se bisogna che migliorano le prestazioni arbitrali. Credo, fortemente, che la crescita degli arbitri sarà più veloce se noi addetti ai lavori non li mettiamo sotto pressione durante una partita. Ho parlato con tanti miei colleghi allenatori e siamo tutti convinti che la pallamano può crescere solo se abbiamo tutti voglia e pazienza di crescere”.