“Per la prossima stagione non garantiamo l’iscrizione di tuo figlio alla scuola calcio”
“Caro “bambino”, la società coglie l’occasione per ringraziarti nell’aver dato fiducia al nostro operato per la stagione appena trascorsa, con la consapevolezza di aver impiegato il massimo sforzo per raggiungere insieme ogni obiettivo (quale?). Per la prossima stagione non potremo garantire la possibilità di far divertire vostro figlio (stiamo scherzando???) […] ma ritenendo l’aspetto ludico del gioco un elemento fondamentale vi suggeriamo di trovare una società che possa soddisfare questo indispensabile requisito per la stagione 2019/2020. Vi auguriamo le migliori fortune sportive e non. La Società”.
Con questa lettera una Scuola Calcio di Milano ha messo alla porta un ragazzino di 10 anni che gioca a calcio col scopo di divertirsi, crescere (con i suoi amici) e sognare.
Non nascondo che un caso simile, ma costruito in modo diverso, l’ho vissuto in prima persona quando a mio figlio (aveva più o meno la stessa età) gli è stato detto: “Tu non hai uno stop orientato tale da poter giocare in gruppo con quei ragazzi”.
Ero presente al colloquio. Sono rimasto stupito da quello che sentivo, avevo (ed ho), ovviamente, una concezione diversa del calcio giovanile. Fortuna ha voluto che all’uscita da questo colloquio è stato lui stesso a dirmi: “Papà non voglio giocare a calcio quì”.
Immagino cosa è passato nella mente di un genitore che, invece, può anche esporre “il premio” ricevuto dopo i sacrifici (di tempo ed economici) che ha dovuto sopportare per un intero anno.
Ne approfitto per ricordare che “come concetto di base” sono profondamente contrario alla Scuola Calcio com’è così concepita. Per me, fino ad una certa età (direi anche 13 anni) i bambini dovrebbero avere un approccio con una Scuola di Sport dove possano provare una serie di sport e poi, col tempo, approcciarsi a quello più idoneo alle proprie caratteristiche e potenzialità.
Sicuramente, così facendo, nessun bambino vivrebbe più questa esperienza “allucinante” e di non facile “assorbimento” per la loro età, in più, nello stesso tempo, l’approccio con più sport, migliorerebbe le capacità motorie.
E se questo non è possibile sarebbe bello rivederli giocare in allegria piena in un parco, senza regole e con quello spirito, poco democratico, del “chi segna vince” o “il pallone è mio e decido io!”. Sicuramente così si divertirebbero molto di più.