I PROTAGONISTI DEL DOCUMENTARIO “IL RUMORE DELLA VITTORIA” SI RACCONTANO
Abbiamo seguito con interesse il documentario “Il rumore della vittoria” e per questa ragione abbiamo avuto il piacere di intervistare tutti i protagonisti che hanno lasciato, volentieri, un loro parere sul documentario e sulla possibilità dello stesso di rompere ogni barriera ed ostacolo. Ecco i loro commenti:
Alice Tomat, di Gorizia, Nazionale di pallavolo sorde:
“La sordità è così poco conosciuta che, grazie ad Ilaria e Tony, hanno trovato un originale canale per raccontarla attraverso lo sport. Ho avuto l’onore di partecipare al loro progetto e nutro la sincera speranza che possa raggiungere più facilmente un pubblico udente perché più interessante e coinvolgente rispetto ad altri mezzi di informazione come possono essere i convegni, gli opuscoli, etc. Il documentario è fatto davvero molto bene e gli sforzi sono stati premiati da questi due eccellenti riconoscimenti ottenuti al Film Festival di Matera (è proprio nello stupore degli spettatori e della giuria udenti che si spiega l’intento del documentario), ma soprattuto perchè fa capire quanto i sordi possano essere “normali”. Fare le loro stesse attivitá, con più problemi di integrazione, ma con la stessa passione e volontà; un concetto per i normodotati difficile da concepire e credere”.
Anna Bonomi (nella foto di copertina), di Mantova, Nazionale di Basket sorde.
“Per me è emozionante e toccante raccontare la propria esperienza riguardo il mio percorso di sordità e significa tanto perché è stata un percorso difficile ma che, che nonostante le difficoltà, sono riuscita a raggiungere degli ottimi i risultati nella vita e nello sport.
Spero che la mia esperienza possa aiutare i genitori che hanno figli sordi a capire che ci sono vari strade da intraprendere come le protesi, l’impianto cocleare, oltre alla lis, Lingua dei Segni Italiana. Che la sordità è un “limite” che si può superare. Agli adolescenti che non siamo diversi ma siamo tutti uguali anche se abbiamo una difficoltà in più ma alla fine se lo vuoi non si rivela nemmeno tale. Di positivo c’è che qualcuno sta cominciando a capire che anche noi nello sport abbiamo bisogno di visibiltà come tutti gli altri. In più che le nostre esperienze possano essere da esempio e/o un punto di riferimento a chi non riesce ad accettarsi o uscire dal proprio “problema”.
Mauro Grotto, di SCHIO (VI), SPORT: CALCIO
“E’ stata un’esperienza fantastica che è servita per raccontare tutte le tappe che hanno portato ad essere ciò che sono ora. Sia nel bene sia nel male. È un documentario che può dare tanto agli altri e nello stesso tempo ha dato tanto anche a me dandomi maggiore convinzione nelle mie potenzialità e nella mia forza interiore. L’obiettivo del documentario sono due: riuscire a far conoscere al mondo udente la nostra disabilità molte volte trascurata perché poco visibile e far conoscere al mondo che esiste anche lo sport dedicato al mondo sordo con un livello non propriamente basso come molti possono pensare. Ho la speranza che i racconti possano insegnare tante altre persone che davanti agli ostacoli non ci si arrende, ma si trovano i mezzi per superarli e prendersi maggiori soddisfazioni. Parte tutto da dentro di noi. Per ora sono più che orgoglioso del risultato raggiunto perché dimostra che il documentario ha saputo entrare nel cuore della gente e ha trasmesso il messaggio che tutti noi speravamo passasse. La strada è lunga. Ma se chi ben comincia è già a metà dell’opera….
Loris Landi, di Imola, Italia rugby sordi
“È stata un esperienza nuova e unica visto che non avevo mai fatto un intervista da mettere in un documentario. Anche perché non amo mettermi in mostra però l’ho fatto con cuore e con l’obiettivo di cambiare opinione alla gente che crede il rugby violento. Altro intendo era di trovare altri ragazzi sordi per far crescere la nazionale di rugby in vista dei nuovi impegni internazionali”.
Boccacci Claudio, Snowboarder di Celano (L’Aquila)
“La mia partecipazione a quel progetto di Ilaria e Tony è stato molto gradevole e mi ha lasciato soddisfatto. I miei obbiettivi sono stati quelli di diffondere il più possibile alle persone, che non conoscono il mondo dei sordi, e creare una squadra dei sordi in ogni tipo di sport. Alla fine ci siamo meritati per quei bei 2 premi!”
Pasquale Longobardi, di Boscoreale, Napoli, Karateka – Nazionale udenti e nazionale sordi
“Far capire a tutti che la sordità non è un ostacolo alla pratica del karate ad alto livello e sono soddisfazione e felice dell’esperienza. Sembra che il messaggio sia stato recepito ampiamente”.
Nell’articolo sotto riportato potrete trovare anche il trailer del documentario e l’articolo di presentazione del documentario “Il rumore della vittoria”