Quando i calciatori fanno sesso la prima volta
Giovani atleti. Un sogno lungo un viaggio. Salerno – Torino, speriamo solo andata.
Peppe Galderisi, Sergio Mari, Antonio Mottola, Marco Pecoraro, Fausto Caputo, Pasquale Salsano, Gianfranco Acone e Antonio Russo.
Uno scompartimento di speranze parte dalla stazione centrale di Salerno. Destinazione Villar Perosa.
“Ci andai a 14 anni a Torino, a fare il provino”.
Sergio Mari, ieri calciatore, oggi attore e scrittore ci racconta il suo primo viaggio e la sua prima volta.
“Nessuno di noi avrebbe mai pensato, però, che a Villar Perosa il mattino successivo avrebbe fatto l’amore per la prima volta”.
“Il sesso doveva essere qualcosa che assomigliava a quello che in quel momento stavamo facendo: divorare piatti interi di fette biscottate imburrate e colme di marmellata”.
Esperienza meravigliosa. “Noi nel latte bagnavamo il pane”.
“Alla fine di quell’orgia ci dicemmo che eravamo ormai degli adulti e da grandi avremmo dovuto affrontare quel provino. Così fu”.
Ora per i ragazzi del treno era arrivato il momento di dimostrare il loro valore: “In tribuna notammo due attenti occhi incastonati in un faccione straniero: erano quelli di Cestmir Vycpalek. Era lui, l’osservatore della Juve che avrebbe deciso il futuro di qualcuno di noi. Il mio?”
Continua: “Li mettemmo sotto gli avversari, di brutto li mettemmo sotto, ma non ricordo una sola prodezza fatta in campo né mia né di uno dei miei compagni. A fine gara il cecoslovacco in tribuna non mi prese per una parola: disse No, invece di Sì. Non ero pronto, forse; doveva essere vero”.
Galderisi fu selezionato. 5 milioni di lire. Un paio di loro opzionati. Ancora una speranza di vestire il bianco e il nero, ma nella prossima stagione.
“Il destino volle, alcuni anni dopo che: se Maometto non va alla montagna, è Maometto che…
Agosto 1981, al Santa colomba di Benevento, arrivano i bianconeri torinesi. C’è Scirea l’elegante e Cabrini il bello; Gentile che sembra un marocchino e Marocchino sull’ala destra; Bettega che saltando arriva in cielo e Brio che c’era già lassù con suoi centonovanta centimetri. Bonini, corre come un matto in campo e Virdis siede annoiato in panchina. Entro a mezz’ora dalla fine e marco Brady, l’irlandese. Lo fermo con le buone e soprattutto con le brutte. All’ennesimo calcio rifilatogli la furia di Tardelli me la ritrovo sul muso e – Scusa, chiedo. Non le accetta. Il mio numero di maglietta può trarne in inganno, ma non sono più questi i miei anni e me ne frego di Marco e delle sue urla. Zoff, da lontano, come suo solito para e resta zitto. Io con il 14 sulla schiena ammiro i suoi silenzi”.
Cavese – Juventus 0 – 2. Coppa Italia. Gol di Marocchino e Tardelli.
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