Quando la disabilità diventa opportunità. Cicatelli: “Lo sport è vita”
Può uno sport di movimento e di squadra essere praticato da atleti che, purtroppo, non hanno gli arti superiori o inferiori? Sembrerebbe impossibile, eppure per fortuna esiste una disciplina che permette a tante persone con gravi forme di disabilità di condurre una vita quanto più possibile normale, in un clima di grande amicizia, aggregazione, divertimento e coinvolgimento emotivo. Si chiama sitting volley, più noto come pallavolo paraolimpica, sport che coinvolge squadre composte da sei elementi con disabilità motorie e che riescono a disimpegnarsi egregiamente abituandosi al contatto diretto con la superficie di gioco. La provincia di Salerno rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono svolgere quest’attività, il modo migliore per “staccare la spina” ed accantonare per qualche ora i problemi quotidiani. Un plauso va rivolto al tecnico Teodoro Cicatelli, professionista di grande spessore molto apprezzato a livello nazionale che ha inteso dedicare parte della propria vita a coloro che soffrono. Ecco le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione:
Di recente avete ricevuto un premio per l’attività che svolgete da anni…
“La Federazione ha inteso dedicarci un riconoscimento per tutto quello che stiamo facendo, il nostro progetto è nato con il preciso obiettivo di restituire sorriso e speranza a persone che convivono con svariate forme di disabilità motoria e che, spesso, non hanno una gamba o un braccio. Il sitting volley è una disciplina che nasce in Olanda negli anni Cinquanta e dedicata a tutti i mutilati di guerra, è arrivata in Italia nel 2013 e sono molto felice della partecipazione e dell’adesione di tante persone che si sono messe in gioco con umiltà e spirito di sacrificio. Siamo onorati di aver preso parte anche al convegno indetto dal CONI in presenza, tra gli altri, del Vescovo, di un professionista come Talento, della dottoressa Berardino e dell’assessore allo sport del Comune di Salerno Angelo Caramanno”
Proviamo a far capire a chi non conosce questa disciplina in che cosa consiste l’attività che portate avanti…
“Il sitting volley, come detto, è riservato ad atleti che purtroppo hanno perso l’uso delle braccia o delle gambe. Il giocatore è seduto a terra, non usa la sedia a rotelle e deve muoversi in simbiosi con i compagni sfruttando le caratteristiche della superficie. Chi ha ancora gli arti superiori è naturalmente più avvantaggiato. In Olanda era lo sport per i mutilati di guerra, progressivamente anche in Italia abbiamo imparato ad apprezzare questa disciplina e in Campania siamo tra le poche società che hanno creduto in un progetto ambizioso e lungimirante. Siamo riconosciuti come ente importante anche dalla Federazione Italiana Pallavolo, due anni fa abbiamo vinto il campionato regionale, mentre nella scorsa stagione ci siamo piazzati al quinto posto a livello nazionale. Sono piccole, grandi soddisfazioni che permettono ai ragazzi di amare sempre di più questo sport e di sentirsi parte integrante di ogni manifestazione alla quale partecipiamo con gioia e senso del dovere”
Quali sono i progetti del futuro?
“Sicuramente proseguiremo con le nostre attività, è nata la società ASD Tusciano Sitting Volley e abbiamo avviato un progetto di inclusione che permetterà a diversamente abili e normodotati di giocare insieme divertendosi senza distinzione di età o sesso. Abbiamo la fortuna di poter guidare un gruppo serio, unito, che ha capito perfettamente il senso delle nostre iniziative e che ci trasmette una carica incredibile. E’ importante coinvolgere chi è meno fortunato di noi: per quanto possibile proviamo a farli uscire da casa, a far vivere loro la quotidianità in modo normale. Accogliamo donne e uomini dai 19 ai 50 anni, tra loro è nato un rapporto fantastico e per tanti la nostra squadra è una sorta di seconda famiglia. E’ una cosa che ci inorgoglisce”
Immaginiamo che non siate solo voi ad insegnare qualcosa a loro, ma anche loro a trasmettere tanto a voi…
“E’ proprio così, è la magia di questo sport e del gruppo che è nato nel tempo. Questi ragazzi insegnano a tutti quanti noi che nessun ostacolo nella vita può essere considerato insormontabile, che non dobbiamo mai perdere la speranza e la voglia di credere nei nostri sogni. Sono persone diversamente abili, ma estremamente speciali: spesso sono i primi ad ironizzare sulle loro malattie, questo ci fa capire quanto siamo fortunati e quanto sia sbagliato lamentarsi quotidianamente per delle sciocchezze. Vi racconto un aneddoto emblematico: qualche tempo fa, quando consegnammo le divise, un ragazzo senza arti inferiori prese il pantaloncino e sorridendo disse: “Forse mi va lungo di gambe”. Può sembrare una stupidaggine, una semplice battuta: in realtà fa capire alla perfezione quale sia lo spirito che contraddistingue tutti quanti noi. Siamo una cosa sola, ci diamo forza a vicenda, amiamo lo sport e ci vogliamo bene davvero come una famiglia”
A proposito di famiglie, che rapporto si è creato con i genitori di questi ragazzi?
“La situazione è particolare: ci sono famiglie che accompagnano il ragazzo in palestra e non si interessano molto della nostra attività, altre che invece sono parte integrante, seguono gli allenamenti e ci aiutano nei trasporti. Sicuramente un padre e una madre non possono che essere felici vedendo il proprio figlio che si diverte insieme a tanti amici”
Avete riscontrato problematiche dal punto di vista delle strutture?
“La nostra attività è iniziata a Pontecagnano, poi abbiamo provato a trasferirci a Battipaglia, ma le cose non sono andate benissimo. La squadra attuale è di Olevano e siamo ospiti della palestra locale: il Palatusciano è un punto di riferimento per questi ragazzi. Come potete immaginare, la struttura deve essere quanto più idonea e pulita possibile: il pavimento deve essere liscio e curato, viceversa diventa molto difficile praticare questo sport. Quello dell’impiantistica è un tema sempre molto delicato ed attuale, se si investisse maggiormente in strutture dedicate ai diversamente abili non potremmo che essere felici”
Riscontrate un buon seguito di pubblico?
“Ci sono tante persone che credono nel nostro lavoro e che ci sostengono. Dal canto nostro proviamo a farci conoscere affinché la gente sappia che esistiamo, chi siamo e cosa facciamo. Di recente siamo stati ospiti presso una struttura balneare ubicata a Marina di Eboli, quando possibile aderiamo a queste manifestazioni che rappresentano un ottimo spot e un traino ulteriore per andare avanti”
Gaetano Ferraiuolo