RICARDO VILLAR, FUORICLASSE ARGENTINO PARTITO DA SALERNO. QUANTI ALLENAMENTI AL PARCO MERCATELLO
Quando arrivò in Italia insieme alla sua famiglia aveva già fatto capire a tutti gli amici più stretti che il suo sogno nel cassetto era quello di diventare un grande calciatore, lui che proveniva da quell’America del Sud che da sempre sforna campioni che hanno fatto la differenza nei maggiori campionati internazionali. Tecnicamente fortissimo, imprendibile nell’uno contro uno, dotato di un dribbling ubriacante e di una resistenza atletica fuori dal comune, Ricardo Villar ha incantato per anni la città di Salerno che, colpita dalle sue doti calcistiche ed umane, lo ha adottato come un figlio sostenendolo nel suo percorso di crescita con immenso affetto e grande stima. La sua giornata era dedicata quasi interamente al calcio: non appena terminavano le lezioni (era iscritto al Liceo Scientifico “Severi”) raggiungeva immediatamente il padre Ricardo al Parco del Mercatello sottoponendosi a durissime esercitazioni in compagnia del fratello Matias e della bellissima sorella Maria Emilia, giovanissima atleta che riusciva a disimpegnarsi egregiamente anche con i “grandi” attirando l’attenzione di tantissimi curiosi ed appassionati. Proprio il Parco del Mercatello divenne una sorta di seconda casa: lì si formò un bellissimo gruppo di amici, lì andarono in scena partite combattute e divertenti nelle quali risultava per distacco sempre il migliore in campo. “Si allenava con i familiari sotto la pioggia a tutte le ore” ricordano gli amici “il padre sistemava a terra delle bottigliette vuote e lui dava vita ad una sorta di slalom con il pallone tra i piedi. Guardarli era interessantissimo, imparavamo tanto”. La Salernitana di Aliberti, da sempre molto attenta a monitorare i giovani più bravi del territorio, lo tesserò per la formazione Primavera, laddove non sempre era considerato titolare inamovibile. Trequartista, seconda punta o sulla fascia, il suo contributo era sempre determinante ed a fine campionato primeggiava nella classifica di gol ed assist per la gioia di un padre che aveva sempre creduto nelle doti del figlio e che era pronto ad investire personalmente per fondare una scuola calcio affiliata con la Salernitana Sport ed aiutare tanti ragazzi di strada ad abbandonare le cattive compagnie per inseguire un sogno.
Il fallimento di quella Salernitana pose fine ai sogni di gloria ed incomprensibilmente Lombardi non si affidò a lui nella ricostruzione del settore giovanile. Poco male, perchè dal Parco Mercatello si ritrovò a firmare per l’Udinese in serie A, prestigioso club che lo girò in prestito prima alla Triestina di Galderisi, poi al Como nella stagione 2010-11. Solo problemi fisici non gli permisero di affrontare la Salernitana in quello stadio che poteva essere il suo e che gli spettava di diritto per quanto dimostrato nella Primavera di Aliberti. Assistito da Carpeggiani, Villar fu vicino al ritorno a Salerno nella seconda stagione targata Lotito-Mezzaroma, quando Mariotto e Galderisi annotarono il suo nome sui rispettivi taccuini salvo poi virare su altri giocatori. “Sognavamo il suo ritorno, era anzitutto un grande ragazzo affiancato da una famiglia meravigliosa. Ricordiamo con emozione quei lunghi pomeriggi al parco Mercatello, quelle partite interminabili sotto il sole e gli insegnamenti tecnico-tattici del padre. Momenti che resteranno indelebili nella nostra mente, erano i tempi in cui non esistevano i social network e si socializzava con un pallone tra i piedi. Ricardo sarà sempre nel nostri cuori, gli auguriamo tutto il meglio nella vita e nello sport” dicono gli amici di sempre che, a distanza, seguono le sue imprese calcistiche in Argentina, laddove è diventato un grande campione vestendo maglie importanti. Una storia bellissima fatta di tecnica, bravura, ma anche di sudore, sacrificio, umiltà e dedizione: un esempio per tutti, un sogno realizzato da un grande ragazzo che merita un radioso futuro calcistico.