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Ricordato Franco Carosetti, il tifoso che voleva unire Napoli e Salernitana

In un anno particolarmente triste per la prematura scomparsa di tante persone che hanno scritto pagine importanti della storia sportiva della città di Salerno, il popolo granata ha pianto anche per la morte di Franco Carosetti. Non era un personaggio noto come, magari, Zorro, il Siberiano, Aldo Meroni o “Naddaka”, tutte persone che hanno girato l’Italia a sostegno di una fede e che mancano ogni giorno di più a chi ha condiviso con loro la passione sportiva e viaggi indimenticabili. Nel suo piccolo, però, Franco ha rappresentato un punto di riferimento per tanti giovani residenti nel quartiere Fuorni e che avevano imparato ad amare la sua semplicità, la sua grandissima generosità e quella voglia di vivere l’amore per il calcio tramandando alle nuove generazioni quei valori veri quali senso di appartenenza, rispetto e cultura della sconfitta. Era nato a Napoli oltre 70 anni fa, ma si era trasferito a Salerno insieme alla moglie Lidia formando una famiglia di “calciofili”, tutti legati ai colori azzurri, ma progressivamente innamoratisi della Salernitana. Non a caso il figlio Fabio ha deciso di investire rappresentando, con la sua attività, uno degli sponsor principali del sodalizio di via Allende. Pur con qualche problema di salute e con tante problematiche lavorative, Franco trascorreva il suo fine settimana dividendosi tra le due più grandi passioni: sabato pomeriggio nel settore distinti dello stadio Arechi, domenica con amici di fede granata sognando lo scudetto del Napoli. Nel suo piccolo, dunque, il signor Carosetti aveva avvicinato tifoserie storicamente rivali insegnando loro che il calcio non deve mai andare oltre il sano sfottò. A Fuorni era una sorta di istituzione, al punto che aveva stretto un’amicizia strettissima con il noto dirigente salernitano Vito Giordano con il quale trascorreva interi pomeriggi a parlare di calcio, “perchè il mio sogno è vedere Salernitana-Napoli in serie A con 40mila spettatori all’Arechi, tante famiglie e i bambini che si divertono”.Purtroppo dovrà godersi lo spettacolo tra qualche anno e soltanto dall’alto: neanche il tempo di festeggiare con amici tifosi della Salernitana il Capodanno che Franco ha chiuso gli occhi per sempre ed improvvisamente, una perdita dolorosissima per quanti, ancora oggi, si presentano sulla tomba ponendo le sciarpe di Napoli e Salernitana. “E mò chi mi sveglierà per prendermi in giro il lunedì mattina quando i granata perdono?” scrive ancora oggi su facebook Giovanni, uno dei tanti ragazzi che lo ha frequentato per anni ammirandone le qualità umane. Ieri alcuni ex residenti del quartiere Fuorni, in occasione di un evento festivo, hanno inteso riservargli un minuto di pensiero collettivo: tanta commozione, un applauso sentito, racconti di aneddoti che fanno parte della storia della Salernitana. Perchè quella di Franco Carosetti è un’avventura che va ricordata e raccontata. Perchè gente come lui ha saputo incarnare i veri valori dello sport. E non è da escludere che a breve un club in provincia possa essere intestato a lui, con tanto di striscione allo stadio in occasione della prima gara interna della Salernitana che tanto amava e di cui ha parlato con fierezza fino all’ultimo dei suoi giorni.

Gaetano Ferraiuolo

sgsalerno1919@hotmail.it