Rinaldi: “Salerno, sii fiera di Vignes alla Lazio. Vivaio granata da migliorare”
Per completare il nostro giro di interviste ai vari allenatori che hanno seguito Andrea Vignes nel suo percorso di crescita, la redazione del “Bellodellosport” ha avuto il piacere di ascoltare telefonicamente il tecnico Camillo Rinaldi, professionista da semper appassionato di calcio e che, a Salerno ed in provincia, ha scoperto diversi talenti che sperano, un giorno, di approdare tra i “grandi” per mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti. Dispiaciuto per l’addio alla Salernitana, ma orgoglioso per la nuova avventura di uno dei suoi pupilli, ecco quanto ha dichiarato l’esperto mister ai nostri microfoni:
Ci parli innanzitutto di Andrea come calciatore e come persona…
“Prima di addentrarmi nell’aspetto tecnico mi preme moltissimo soffermarmi sul lato umano: stiamo parlando di un ragazzo che, pur giovanissimo, ha sempre dimostrato di essere serio, umile, educato, innamorato della scuola, rispettoso dei compagni e dell’avversario. Un carattere d’oro, merito anche della bravura dei genitori e di una famiglia che ha saputo seguirlo con intelligenza. Racconto un aneddoto per farvi capire che persona sia Andrea: all’epoca giocavamo un campionato in cui la classifica e il risultato contavano relativamente, eppure a 12 anni preferiva rientrare a casa presto per non arrivare stanco al campo la domenica. Mentre gli amichetti erano in giro o in pizzeria lui riposava al letto e si preparava psicologicamente all’evento sportivo. Quando un calciatore del 2002 vive così l’attività calcistica merita di arrivare quanto più in alto possibile, proprio per questo mi sento di dire che sono orgoglioso di lui e del suo approdo alla Lazio. Tecnicamente è indiscutibile, per noi era come Pirlo o Dybala: mancino delizioso, capacità di calcio dalla distanza, lancio preciso anche da 40 metri, visione di gioco, atteggiamento da leader e fisicità. Continuasse così può davvero raggiungere livelli inaspettati”
Merito va attribuito sicuramente anche a lei e a tutti gli allenatori che lo hanno seguito…
“Relativamente. Tutti, dal presidente al segretario, gli abbiamo voluto e gli vogliamo bene, spesso abbiamo provato a dargli dei consigli sia tecnici, sia per la vita di tutti i giorni, ma il merito è tutto suo. Quando un ragazzo è serio, umile, semplice e si dimostra corretto ed educato il nostro compito diventa molto più agevole. Basti pensare che fu la squadra ad eleggerlo capitano e leader dello spogliatoio riconoscendogli un temperamento al di fuori della norma. In questi anni abbiamo avuto la fortuna di allenare molti ragazzi che meritano di farsi notare a grandi livelli: il fratello di Vignes, pur non forte come Andrea, ha talento e personalità, alla Salernitana abbiamo dato anche Petrullo che secondo me ha forza e qualità ancora non espresse in pieno. Permettetemi di menzionare anche Fernando Rocco e Malangone: di recente hanno iniziato un’esperienza a Cava, sono certo che con un dirigente bravo e attento come Pavone possano crescere sotto tutti i punti di vista”
Vivere in una città come Roma e senza la famiglia al fianco può essere un handicap o un momento formativo importante?
“Sappiamo tutti quanto la realtà capitolina possa essere complessa e ricca di “tentazioni”, ma su Andrea metto la mano sul fuoco. E’ uno che pensa soltanto al campo, quando facevamo allenamento eravano quasi costretti a tirarlo fuori dal rettangolo verde perchè non smetteva mai di lavorare su ogni dettaglio per migliorare e per correggere gli errori. Ricordo che c’erano tante ragazzine che gli correvano dietro, che gli amici lo invitavano ad uscire, ma il suo pensiero fisso era sempre lo stesso: diventare un calciatore. La famiglia è composta da ottime persone e sapranno educarlo e seguirlo anche a distanza. Un’occasione così non poteva essere rifiutata”
Quindi lei è favorevole al suo passaggio alla Lazio? I tifosi granata hanno un po’ protestato sul web…
“Rispondo alla domanda con una domanda: se lei fosse chiamato dalla Gazzetta dello Sport si sentirebbe tentato o le sarebbe indifferente? Cerchiamo di far crescere questo ragazzo in un clima sereno, senza trasmettergli pressione: è l’occasione edlla sua vita, si sta avvicinando al calcio dei grandi, si confronterà con talenti di livello internazionale, ha lavorato fuori da ogni norma per essere pronto e dobbiamo soltanto incoraggiarlo, applaudirlo e fargli un grande in bocca al lupo. Da salerniatno fa sicuramente male immaginarlo con una maglia diversa da quella granata, ma Salerno deve essere orgogliosa che un talento del territorio rappresenterà la squadra della Capitale. Io penso che i tifosi siano arrabbiati non tanto per la partenza di Vignes, quanto per la gestione complessiva del settore giovanile: nessuna voglia di fare polemica, sia chiaro, ma i risultati di questi anni sono sotto gli occhi di tutti e probabilmente servirebbero investimenti e strutture ancora migliori per trattenere quei giocatori che sognano di esultare sotto quella curva e con il cavalluccio marino sul petto. Molti allenatori sono stati amndati via perchè avevano pubblicamente espresso le loro perplessità, ma se la Salernitana vuole arrivare a certi livelli non può prescindere da un vivaio all’altezza”
Si sente di dare qualche consiglio ad Andrea?
“Secondo me deve essere sè stesso e mantenere la sua umiltà, ricordando che deve anzitutto divertirsi e che non deve mai abbandonare lo studio. Nel percorso di un calciatore è molto importante anche l’aspetto culturale, scherzosamente dicevo ai miei ragazzi che quando saranno intervistati dalle tv nazionali dovranno fare bella figura anche sul piano grammaticale. Sono quei piccoli accorgimenti sui quali ci soffermiamo per stimolarli e per far capire loro che un atleta è bravo quando è professionista a 360°, non solo sul campo. Andrea studia al liceo scientifico, è molto bravo a scuola, ha la testa sulle spalle e una voglia matta di emergere: sono davvero felice per lui e per la Lazio. Via in prestito? Non può che essere uno stimolo maggiore. Evidentemente i dirigenti biancocelesti, in tempi difficili come questi anche sul piano economico, vogliono prima valutarne bene le potenzialità prima di investire soldi”
Secondo qualcuno era già pronto per partire con la Salernitana per Rivisondoli…
“Fabiani è dirigente attento e se lo avesse ritenuto pronto senza dubbio lo avrebbe convocato. Cerchiamo di volare basso, è per il bene del ragazzo: è un 2002, deve fare il suo percorso con calma e senza correre. Ora va bene così, continuando su questa strada prima o poi esordirà tra i professionisti e non è detto che non possa accadere a Salerno. Colgo l’occasione per fare un augurio anche a Gaeta e Novella, due validi elementi che hanno dato una grossa soddisfazione a noi tifosi esordendo in B con la maglia granata e che vivranno il ritiro di Rivisondoli con grandissimo entusiasmo”
Gaetano Ferraiuolo