S.C. SPES: DA OLTRE 50 ANNI AL SERVIZIO DELLA COMUNITA’ BATTIPAGLIESE
Nel 2014, la Scuola Calcio Spes ha compiuto il cinquantesimo anno di attività e li ha festeggiati inaugurando un campo in erba naturale, fatto in zolle, che è stato destinato per i più piccoli.
Il raggiante presidente, Antonio Riccardi, ci racconta la sua personale e longeva avventura in una struttura voluta nel 1964, dai Padri Stimmatini che, grazie all’impegno di Don Giuseppe Guglielmoni, organizzò una serie di attività sportive. “Vi dirò di più, i rappresentanti della Chiesa, oltre ad averci dato la possibilità degli spazi, ha anche voluto aprire le porte ad altre attività sportive. Ad esempio, la Parrocchia ha anche una squadra di pallavolo maschile, che partecipa al campionato di C, ed una femminile, che è iscritta alla serie B. Noi, però, partecipiamo a tutti i precetti religiosi e possiamo dire che, in un certo senso, siamo sotto la protezione della Parrocchia. Tra le tante sinergie, dobbiamo anche evidenziare la volontà di voler far partecipare, alle attività sportive, bambini appartenenti a famiglie meno agiate”.
Qual’è il valore aggiunto della presenza di uno psicologo nella società Spes: “Lo utilizziamo per cercare di capire se ci sono casi particolari provenienti anche da situazioni familiari. Devo dire che quando abbiamo scoperto questi problemi ne abbiamo anche risolti diversi”.
Lei è da quarant’anni che collabora con la Spes, cosa è cambiato in questo lasso di tempo?
“In questi quarant’anni, ed oltre, è praticamente cambiato il mondo. Una volta possedere un pallone e uno spazio per giocare era il massimo che si potesse avere, era anche molto più semplice gestire i ragazzi. Oggi l’impegno di educatore è molto più difficile anche per via dei social network. Da noi, tanto per dirne una, non sono ammessi tagli di capelli troppo particolari, tatuaggi o piercing. Comunque, per tentare di sintetizzare in poche parole il tutto, possiamo dire che il nostro motto, o meglio il motto dei Padri Stimmatini, è Sport in Parrocchia come scuola di vita”.
Ma una società sportiva, come la vostra, come si gestisce?
“Prima di tutto devo dire che i Padri hanno lasciato la struttura in gestione a noi laici e, sicuramente, non riusciamo a farlo solo con le quote delle iscrizioni. Infatti, la nostra Associazione è composta da tanti soci che ci aiutano a portare avanti questo progetto ambizioso. La nostra struttura è grande e senza questo contributo, anche di presenza sul campo, non sarebbe possibile”.
In oltre cinquant’anni di attività sono tanti i giovani che sono riusciti a vincere la scommessa di diventare calciatore?
“Cominciamo a dire che le nostre squadre, e mi riferisco in particolar modo a quelle del settore agonistico, si sono sempre ben piazzate a livello Regionale. Cerchiamo e vogliamo standard elevati e questo anche nel settore di base, ovviamente con approccio diverso e più ludico. E’ facile ricordareFrancesco Ripa che oggi gioca con la Juve Stabia, ma devo dire che abbiamo ceduto Bisceglie e Coglianese alla Juve Stabia e alla Reggina”.