Saki Kushiyama: la stella del Sol Levante
Saki Kushiyama una calciatrice giapponese che ama il calcio ma, soprattutto, il beach soccer: “Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo sette anni, mentre mi cimento a giocare a beach soccer dall’età di 22 anni”.
Il Giappone sta lavorando molto per far crescere il calcio femminile e, a dire il vero, la formazione vista all’opera alle Universiadi 2019 era davvero una squadra ordinata e con buone individualità tecniche.
La sconfitta in finale, contro la Corea del Nord per 2 a 1, non toglie nulla al buon lavoro svolto dal tecnico Mochizuki.
Ad avvalorare la nostra tesi ci pensa Saki: “La Japan Football Association sta intensificando gli sforzi per rendere il calcio femminile una cultura. Abbiamo l’intenzione di diventare il “nadeshiko” (1) del mondo”.
I suoi idoli: “I miei calciatori preferiti sono Sekine Eigo, giocatore giapponese che non è né un rappresentante della Nazionale e nemmeno un giocatore speciale e poi Daniel (Dani) Alves da Silva”.
Non disdegna nemmeno la tecnica di Akaguma Takuya nel beach: “Ha un tocco di palla così delicato e nello stesso tempo un calcio potente e preciso che affascina lo spettatore. Ha segnato molti gol meravigliosi in Coppa del Mondo. Da lui sto apprezzando il gioco del beach soccer ogni giorno!”
Il sogno di giocatrice?
“Voglio giocare a San Javier, in Spagna con la AIS Playas de San Javier Beach Soccer”.
Infine, con le sue “amiche” del beach si sono cimentate in un video dove si augurano di rivedersi presto e superare questo momento difficile per tutto il Mondo: “Anche se i Paesi, in questo momento, sono separati, noi abbiamo voluto collegarci giocando e divertendoci con una palla. Non vedo l’ora di vederle”.
- (“nadeshiko” noi l’abbiamo interpretata come parola usata per descrivere la donna giapponese ideale che viene paragonata ai delicati fiori del garofano, per cui crediamo volesse dire il calcio femminile migliore del mondo – ndr).
Le foto ci sono state concesse da Saki Kushiyama
English Version
Saki Kushiyama a Japanese footballer who loves football but, above all, beach soccer: “I started playing football when I was seven years old, while I try to play beach soccer from the age of 22”.
Japan is working hard to grow women’s football and, to tell the truth, the training seen at work at the 2019 Universiade was really an orderly team with good technical individualities.
The defeat in the final against North Korea 2 to 1 does not detract from the good work done by the technician Mochizuki.
To support our thesis, Saki thinks: “The Japan Football Association is intensifying its efforts to make women’s football a culture. We intend to become the” nadeshiko “of the world”. (1)
His idols: “My favorite players are Sekine Eigo, a Japanese player who is neither a representative of the national team nor a special player and then Daniel (Dani) Alves da Silva”.
Nor does he disdain Akaguma Takuya’s technique on the beach: “He has such a delicate touch of the ball and at the same time a powerful and precise kick that fascinates the spectator. He has scored many wonderful goals in the World Cup. I am appreciating the game of the beach soccer every day! “
The player’s dream?
“I want to play in San Javier, Spain with the AIS Playas de San Javier Beach Soccer.”
Finally, with her “friends” on the beach they ventured into a video where they hope to meet again soon and overcome this difficult moment for the whole world: “Even if the countries are separated at the moment, we wanted to connect by playing and having fun with a ball. I can’t wait to see them. “
(1) – (” nadeshiko “we have interpreted it as a used word to describe the ideal Japanese woman who is compared to the delicate carnation flowers, for which we believe it meant the best women’s football in the world – editor’s note).