Quando cinque anni fa vidi giocare Simone ne parlavo col papà Danilo che, quando poteva, era li a seguire i suoi due figli che giocavano a calcio.
Simone era un ragazzo eclettico, gli piaceva anche giocare in porta, ma quando lo schieravano nel suo ruolo naturale aveva già dei numeri importanti. Ho ancora impressi nei miei occhi la sua facilità di governare la sfera e saltare gli avversari, giocava col sorriso sulle labbra perché si divertiva come ho visto fare a pochi ragazzi. Tutto gli veniva naturale ed estremamente semplice.
Del resto il nonno (e anche il papà) hanno vissuto di pane e pallone per cui il DNA era di quelli buoni.
Classe 2004, Simone, ha lasciato i suoi amici di Salerno con le lacrime agli occhi, sperava di restare, come del resto tutta la sua famiglia. Avevano avuto e dato tanto alla città. Ma, il destino fu fatale, il Salerno Calcio vinse il campionato di serie D e loro erano in campo a festeggiare con tutti i calciatori e i dirigenti di quella stagione, anzi, ricordo un aneddoto simpatico, a fine conferenza stampa Simone, Andrea (suo fratello, anche lui ha doti interessanti) e Vincenzo (mio figlio) non si trovavano in giro nella sala stampa perché erano in campo a giocare e segnare tanti gol sotto la curva sud.
Insomma, il suo destino è il calcio e da quest’anno lo farà alla corte di una squadra di serie A, il Crotone, nella categoria Esordienti.
Un grosso in bocca al lupo Simone!