Sognando il calcio femminile
Nonostante sia cresciuta in un paese friulano attorniata da calciatori, professionalmente non mi sono mai avvicinata a questo mondo, consapevole del fatto che il calcio non avesse bisogno di altri fotografi. Poi, improvvisamente, tre mesi or sono, mi si propone di documentare il lavoro della SPAL, tornata in serie A proprio quest’anno.
La città di Ferrara merita la promozione di questa squadra, così come lo merita la nutrita tifoseria di fedelissimi spallini. Ed è a loro che la società calcistica vuole rendere omaggio, con un costante reportage fotografico degli allenamenti. Poi arrivano le richieste per qualche partita della Primavera e delle giovanili. Il mio stupore non si esaurisce, anzi si rinnova alla chiamata per immortalare la formazione femminile.
Mi ritrovo catapultata in un campo sportivo, al freddo umido della campagna ferrarese, in fascia pre-serale, con un’atmosfera che richiama nettamente al film Sognando Beckham del 2002: la SPAL femminile ha un notevole divario d’età fra le iscritte, con giocatrici che vanno dalle elementari alle superiori, eppure tutte affiatate e ben gestite dal mister Gianpaolo Mossuto, nonchè coordinate dal responsabile Massimo Carrari.
La neonata formazione ha vita difficile in campo, le avversarie hanno maggior esperienza ed omogeneità fisica ed agonistica. Tuttavia, cerco di rendere in immagine non solo il gesto tecnico, ma anche l’emozione. E queste ragazze non mi deludono: mi accolgono con entusiasmo stupìto, quasi la mia presenza rappresenti per loro una sorta di conferma, una voce unanime a dire “amiamo questo sport e abbiamo il diritto di praticarlo, anche se la tradizione lo vorrebbe al maschile”.
Al di là di ogni preconcetto, le ragazze lo praticano con estrema serietà, serenità e gioia, felici ed orgogliose di indossare quegli stessi colori che le portano a tifare per i grandi, assieme alle loro famiglie.