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Storie | Dalla Valtellina un portiere pararigori sulle orme di Jascin

Ben 63 rigori parati su 130 subiti dal 2004. Praticamente un rigore su due. Livello Lev Jascin (unico portiere della storia a vincere il Pallone d’Oro, che negli anni Cinquanta e Sessanta ne parò 86 su 138).

La storia di Yuri Dolzanelli, 36 anni, è stata portata alla ribalta nazionale dal quotidiano La Repubblica.

Ora i cannonieri delle serie inferiori lombarde possono stare tranquilli: Yuri ha deciso di ritirarsi e di dedicarsi nell’ordine al suo bambino (“che ha 2 anni e quando gioca a calcio ha deciso di mettere i guantoni, chissà che non diventi portiere anche lui”) al suo bar, il Bourbon di Morbegno, e alla carica di presidente per la Bassa Valtellina dell’Unione Commercio, incarico pubblico nel quale paradossalmente dovrà mostrare rigore.

Sul campo invece i rigori ha iniziato a combatterli subito. Subito vuol dire che nel 2004, all’esordio da titolare col Morbegno, (“avevo 17 anni, ero il quarto portiere e i primi tre si erano rotti”), respinse il tiro a un veterano della Prima Categoria, Andrea Poncetta. “In realtà mi ero tuffato a destra e lui tirò centrale, ma riuscii a metterci il piede”. Da lì tra Sondrio, Olympic Retica, Cosio e Morbegno, altri 62 parati, col record del 2006 all’Olympic, 7 su 9”, roba che i tiratori andavano sul dischetto con facce da patibolo, “ed è probabile che anche la fama mi abbia un po’ aiutato”. Fama dovuta a un talento affinatissimo in allenamento, a studi e osservazioni di filmatino? “Ehm… per nulla. Mai fatta una sessione di rigori in allenamento. Mi sono sempre affidato all’istinto e osservare gli attaccanti avversari nella partita stessa. Il calcio dilettantistico non permette studi del genere. Niente appunti, niente filmati, nulla. Anche per darle la statistica dei rigori parati ho dovuto scorrere gli articoli su di me che la mia mamma aveva ritagliato dai giornali locali e che custodisce gelosamente”.

Oh, almeno a lei di questo record interessa. “Ma non è che a me non freghi niente: è che parare un rigore è solo una delle tante cose che il portiere deve provare a fare, e deve farlo da solo perché il portiere è sempre solo. Quindi semplicemente battezzavo l’angolo vedendo il tiratore camminare e iniziare la rincorsa, poi come andava andava. Spessissimo andava bene, e senza preferenze tra destra e sinistra, angolo alto e angolo basso. Istinto, tutto istinto, solo istinto. Ah no, pure fortuna. Però ho avuto anche la mia bestiaccia, Matteo Fontana, del Berbenno, si fermava sempre all’ultimo prima di tirare e mi spiazzava”. La domanda è perché uno così, che non solo parava i rigori, ma copriva bene la porta e dava sempre sicurezza alla difesa, non abbia avuto un successo maggiore, o almeno una chance. “Ma l’ho avuta, a 16 anni, un mese all’Atalanta. Credo di non essermela giocata male, ma ero piccolo, solo 170 centimetri.” La crescita gliene ha aggiunti altri 10 che per 86 chili fa un fisico esplosivo. Che il ritiro non ha del tutto fermato: pochi giorni fa Yuri è stato messo tra i pali di una rappresentativa valtellinese che a Livigno ha giocato contro il Palermo. Finale, 10 a 0 per i siciliani. Ai quali però non sono stati fischiati rigori a favore, purtroppo.

Articolo tratto da La Repubblica del 26 luglio 2024 | Foto profilo FB Dolzadelli 

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