Un bambino, un canestro e le emozioni raccontate dal coach
Lo sport regala emozioni a chi vive lo sport con trasporto e passione. Senza nessun calcolo, nessuna pressione, ma quando il tuo gruppo ti “manda” segnali di passione e di amore, di gruppo coeso e pronto a vincere (anche perdere, perchè no! Anche quello fa parte del percorso di crescita di un ragazzo – ndr) allora al coach arrivano segnali che spesso non si riescono a descrivere.
Qualche volta qualcuno ci prova e racconta a suo modo quello che l’anima gli ha raccontato.
Parliamo di Giovanna Franzese, coach della M&B basketball, che così (provato) di descrivere le sue emozioni: “E’ pomeriggio e giochiamo contro la squadra prima in classifica, tra l’altro imbattuta. Noto negli occhi dei miei atleti la voglia di vincere. Sui volti la tenerezza di chi tra i lineamenti da bambino sfoggia espressioni di adulto. La settimana scorsa abbiamo sfiorato la vittoria contro la seconda forza della classe.
Sconfitta amara all’overtime!
Sconfitta che ha saputo generare la dolce consapevolezza di potercela fare, una di quelle sconfitte che ti fanno crescere in orgoglio e voglia di dare di più.
Sento il profumo della voglia di provare a centrare l’impresa.
Si gioca!
Partiamo fortissimo. Ad ogni sospensione io lo so quanto sudore possa esserci sulle mani. Io sento battere forte quel cuore oscillante che batte tra la voglia di far bene e la paura di sbagliare. Ma siamo tutti pronti a farci forza nei time out. Ci si arrabbia per le palle perse, ci incitiamo per ad ogni punto segnato, ancora di più se batte ferro e non entra nel cesto. Sono attenti ed ascoltano. Bramano di consigli. Sento addosso la responsabilità di sostenerli nel loro sforzo. Siamo una squadra e i ragazzi portano con loro l’ingenua bellezza di chi non ha ancora 14 anni.
La partita è intensa, divertente. Si gioca punto a punto. Sugli spalti ci sono i genitori. Sono tanti. C’è chi tifa per gli azzurri, chi per i verdi. Sono belli fieri ed educati.
Gli arbitri sono un tantino inesperti ma tutti non accennano ad una parola fuori posto. Continuano a giocare anche quando qualche fischio arriva … fuori posto.
Perdiamo.
Siamo delusi.
Ma le lacrime le asciughiamo festeggiando tutti insieme. Arrivano pian piano i sorrisi”.
Foto: Phoenix Basket Brusciano