UN PEZZO DI JUVENTUS S’INCONTRA ALL’ARECHI, RICORDANDO LE COPPE VINTE
Emozioni forti sul terreno di gioco dell’Arechi domenica scorsa, in occasione della gara di beneficenza per raccogliere fondi a favore delle popolazioni terremotate di Amatrice. Oltre a rivedere in campo tante vecchie glorie della Salernitana, da Pisano a Di Michele, da Pietro Strada a Claudio Grimaudo, da Roberto Breda a Gennaro Gattuso, c’è stato anche l’incontro, dopo tanti anni, tra Stefano Tacconi e Sasà Avallone, attuale team manager della Salernitana. Incontro che non è sfuggito alla macchina fotografica di Edy Nastri e alla redazione de Il Bello dello Sport che ha raggiunto telefonicamente Avallone per raccogliere le sue emozioni.
“L’incontro con Stefano Tacconi è stato davvero emozionante per me. Un pò di tempo fa, in occasione della presentazione del libro di Pasquale Gallo, ho rivisto anche Sergio Brio, che faceva parte di quella Juventus che vinse una Coppa Italia ed una Coppa Uefa. Negli anni di permanenza alla Juventus, Stefano, come anche Sergio, ha rappresentato un punto di riferimento per me che all’epoca avevo poco più di vent’anni. Verso di me e tutti i giovani che militavano in quella squadra ha avuto sempre un occhio di riguardo. Mi voleva bene e gli piacevo come persona, al di là dell’aspetto tecnico”.
Che personaggio è Tacconi ? “E’ una persona come la si vede anche un tv, è un simpaticone, ma nello stesso tempo un grande professionista con grandi qualità che gli hanno consentito di vincere tutto quello che c’era da vincere“.
Cosa vi siete detti appena incontrati ? “Quando mi ha visto, ci siamo abbracciati, nei pressi dello spogliatoio. Mi ha raccontato che in un suo libro, di prossima pubblicazione, ci sarà anche una mia foto. E poi sta organizzando, per il mese di maggio, una partita con le leggende della Juventus, sempre per raccogliere fondi per le popolazioni terremotate. Scherzando mi ha detto che dovrei ringraziarlo perchè mi ha fatto vincere due coppe, la coppa Italia e la Coppa Uefa, in cui ebbi la fortuna di giocare la finale di ritorno contro la Fiorentina”.
Era la Juve di Tacconi, Brio, Rui Barros, Schillaci, Zavarov, Daniele Fortunato, Alessio, Favero, De Agostini, allenata da Dino Zoff che, al minuto 72 della finale di ritorno contro la Fiorentina, giocata sul campo neutro di Avellino, lancia nella mischia un giovanissimo Avallone al posto di Rui Barros, dopo aver fatto l’esordio nei quarti di finale contro l’Amburgo.
“Quando rivedo grandi personaggi, leggende della Juventus”, conclude Sasà Avallone, “per me è sempre un onore, oltre che un motivo di orgoglio e di soddisfazione personale”.