Vi racconto (a modo mio) la storia di Gianni Novella
“Ho sempre sognato uno sport pulito, vero, fatto di passione, di sudore e di sconfitte e di vittorie, ma tutte condite dalla voglia di arrivarci attraverso il sacrificio e la lealtà”.
Sono i sogni di Gianni Novella, lottatore del nostro secolo, un pò uomo e un pò eroe, un umile sportivo nel DNA, oggi come ieri aggrappato alla vita che gli stava sfuggendo di mano.
Un percorso lungo, sfiancante e faticoso: “Non sai quanti non ho più rivisto la seduta successiva e poi ancora”.
Lui sempre lì, su quella sedia a lottare.
Ogni ciclo era un incontro di pugilato: “Novella vs. Bestia infame”, il soprannome.
Avversario scomodo sul ring.
Ma lui alza la guardia e quando può porta a bersaglio pieno un colpo d’incontro per stordirlo e limitarne la forza.
All’angolo ci va anche lui, statene certi.
Ma si riprende e lotta.
Difesa alta, ancora. L’occhio è vigile e la sua mente non aspetta altro che poter colpire il suo avversario.
La sua vita scorre tra sacrificio e forza di volontà.
Non si è persa una puntata.
Un cuore granata che non ha eguali.
Forte ed equilibrato, dai modi sempre fini e raffinati continua, nonostante il male a raccontare bellezze, abiti e storie, quelle belle.
Ha raccontato, con me, la “Salernitana prima dei 100 anni”, a Roma in un sabato caldo e pieno di sole. Era il suo raggio di coraggio e forza a tracciare la sua vittoria sulla morte.
Dedicato a Gianni Novella e alla sua idea di sport e di coraggio che oggi ancor lui sogna di poter parlare.